BARLETTA – Due anni dalla scomparsa di Michele Cilli. Era la sera tra il 15 e il 16 gennaio 2022 quando del 24enne di Barletta si perdeva ogni traccia, aprendo così numerosi scenari ancora in piedi sui motivi di un dramma che ha colpito il co-capoluogo della BAT.
Il giovane barlettano è stato visto per l’ultima volta nei pressi di un bar adiacente al centro storico cittadino, mentre partecipava ad una festa di compleanno. Da quel momento, nessuna notizia e nessun avvistamento, se non quello delle telecamere di videosorveglianza che hanno immortalato gli ultimi spostamenti a bordo di un’auto su cui Cilli era salito durante la notte.
Il corpo del ragazzo non è mai stato ritrovato, ma la Questura della BAT e il Tribunale di Trani hanno individuato due responsabili: Dario Sarcina e Cosimo Damiano Borraccino, entrambi di 34 anni all’epoca dei fatti, condannati in primo grado per omicidio volontario e soppressione di cadavere. Per il primo, 18 anni e 8 mesi di reclusione presso il carcere di Lecce, per il secondo, ritenuto responsabile della sola soppressione, 5 anni e 8 mesi.
Una storia di malavita, regolamenti di conti e coinvolgimenti di esponenti di spessore nello spaccio del territorio barlettano, una storia che non si è ancora conclusa sia per il ritrovamento del corpo mai avvenuto, sia per l’aspetto giudiziario della vicenda. Gli avvocati Renato Borzone, Francesco Di Marzio e Nicola Mastropasqua, che rappresentano Sarcina e Borraccino, hanno annunciato il ricorso in appello, mentre la famiglia di Michele Cilli, che si è costituita parte civile ed è rappresentata dall’avvocato Michele Cocchiarole, continua a chiedere giustizia.
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