BARI – Sarà giudizio immediato per il presunto omicida di Mauro Di Giacomo, il 65enne fisioterapista freddato con sette colpi di pistola sotto casa in via Tauro, al quartiere Poggiofranco di Bari, la sera del 18 dicembre scorso. Salvatore Vassalli, il carpentiere di Canosa accusato dell’omicidio, comparirà davanti ai giudici della Corte d’appello del capoluogo il prossimo 5 novembre. Il procuratore Ciro Angelillis e il sostituto Matteo Soave – titolari dell’inchiesta – hanno chiesto e ottenuto dal gip Nicola Bonante l’ammissione al giudizio immediato contestando l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi oltre alla minorata difesa visto che Di Giacomo, nel momento dell’aggressione, era appena sceso dalla sua auto con le buste della spesa tra le mani. Vassalli è detenuto nel carcere di Bari dal 16 maggio scorso, quando gli inquirenti hanno chiuso il cerchio sul movente dell’omicidio. Per gli investigatori coordinati dal capo della Mobile, Filippo Portoghese, il canosino avrebbe ucciso Di Giacomo perché autore di una manovra fisioterapica sbagliata sulla figlia che così avrebbe subito danni permanenti. Infatti, questa accusa da parte di Vassalli era stata portata anche davanti ai giudici del Tribunale Civile.
“Non sapevo che aspetto avesse”, ha spiegato il presunto omicida ai giudici durante l’interrogatorio di garanzia. E così – secondo la ricostruzione fornita agli inquirenti – prima lo avrebbe avvicinato e avrebbe iniziato a litigare. Poi, dopo le risposte del fisioterapista, Vassalli avrebbe preso la pistola dall’auto. Vedendosela puntare contro, Di Giacomo avrebbe provato a disarmarlo iniziando una colluttazione durante la quale lo avrebbe colpito due, tre volte con il calcio dell’arma. Poi sarebbero partiti i colpi.
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