ANDRIA – “Io nei tuoi panni no mi metto sennò la testa te la strappo. Ti schiaccio come un verme”. Alla minaccia, nessuna denuncia. In questo clima di totale omertà denunciato dalle forze dell’ordine, gli uomini della Investigativa di Bari e delle Squadre Mobili di Bat e Bari, hanno eseguito ad Andria il decreto di fermo emesso dalla Dda del capoluogo nei confronti di 5 persone, tutti appartenenti al clan Pesce di Andria e da poco tempo tornati in libertà, accusati di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini, partite dai sequestri lampo che si sono consumati mesi fa nel territorio della Bat, hanno permesso di ricostruire – tra maggio scorso e fine settembre – tre episodi di estorsione ai danni di vittime che avevano chiesto prestiti e non solo. Il primo risale a giugno scorso quando un agente della polizia locale di Andria subisce un incidente in auto con uno dei fermati e sarebbe stato costretto – anche sotto la minaccia delle armi – a pagare il danno. Il secondo episodio riguarda un prestito da 23mila euro che in pochi giorni triplica ma la vittima non riesce a pagare. In questo caso sarebbero stati minacciati e malmenati anche i parenti stretti. Il terzo risale a settembre quando la vittima sarebbe stata minacciata financo con le armi.
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