La procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per una giovane di 24 anni di Andria e un uomo di 34 anni di Barletta perché considerati i responsabili degli incidenti stradali avvenuti il primo maggio 2022 lungo la statale 170, tra Barletta e Andria all’altezza dello svincolo per Montaltino che ha provocato la morte di una 23enne di Barletta e il ferimento di nove persone. I due sono accusati di omicidio stradale in concorso e di lesioni personali stradali gravissime con l’aggravante della guida in stato di ebbrezza. La vittima si chiamava Alessia Dicuonzo ed è finita in stato vegetativo a causa delle gravi ferite riportate. È poi morta nel gennaio 2023, otto mesi dopo l’incidente. Secondo quanto accertato dalle indagini, gli indagati avrebbero provocato “due sinistri stradali in cooperazione colposa, per colpa consistita in negligenza, imperizia e imprudenza e in violazione delle norme sulla disciplina stradale”, si legge nella richiesta di rinvio a giudizio in cui si evidenzia che “si comportavano in modo da costituire pericolo per la circolazione e senza salvaguardare la sicurezza stradale non conservavano il controllo del proprio veicolo e non erano in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza”. I due inoltre non solo viaggiavano a una velocità superiore al limite di 90 chilometri orari previsto per la statale ma sono anche risultati positivi all’alcol test. Il primo incidente sarebbe stato provocato dal 34enne che perdendo il controllo della sua auto è finito contro il guardrail. A prestare soccorso a lui e ai suoi due passeggeri, sono stati gli occupanti di due auto, una con a bordo la 23enne e una monovolume, che volevano accertarsi che non ci fossero morti o feriti gravi. Mentre però erano in strada, è arrivata l’auto guidata dalla 24enne che ha investito cinque persone, tra cui la vittima, per poi centrare altre due vetture. La gip del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, ha fissato per il 21 giugno prossimo l’udienza preliminare. “La famiglia della 23enne attende giustizia dal processo”, fa sapere Studio 3A che la assiste.
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