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Vito Leccese

25 aprile a Bari, Leccese: “Il fascismo è un crimine, la storia va rispettata”

Il sindaco: “Qualcuno ci chiede sobrietà, ma io non conosco altri modi di sventolare il nostro tricolore se non con orgoglio e vigore”

Una giornata di memoria e impegno civile quella vissuta a Bari per l’80° anniversario della Liberazione. La cerimonia si è svolta presso il Sacrario militare dei caduti d’oltremare alla presenza delle autorità cittadine, degli studenti e dei rappresentanti dell’Anpi.

“Qualcuno ci chiede sobrietà, ma io non conosco altri modi di sventolare il nostro tricolore se non con orgoglio e vigore, perché è in quella bandiera che c’è la nostra storia”, ha dichiarato il sindaco Vito Leccese durante il suo intervento. “Basta con i se e con i ma: come ricordava il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, ‘il fascismo non è un’opinione: è un crimine’. Dobbiamo reagire a ogni tentativo di riscrivere la storia.”

Leccese ha poi fatto riferimento al Manifesto di Ventotene, redatto da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, definendolo “un seme piantato per far crescere il futuro”. Il primo cittadino ha voluto ricordare anche il Manifesto della razza, ammonendo sull’importanza di non dimenticare gli errori del passato: “Se a Ventotene si scrisse il futuro, solo poco prima in Italia c’era chi scriveva di discriminazione: questa è la storia con cui dobbiamo confrontarci per poter rinascere.”

“Il 25 aprile è la festa di tutti, ma è anche l’esito di una scelta di campo, di chi, dopo l’8 settembre 1943, sacrificò la propria vita per restituire al nostro Paese la democrazia e la libertà” ha aggiunto il sindaco a margine della cerimonia.

Dopo gli onori ai caduti e la deposizione di corone d’alloro, alcuni studenti degli istituti superiori di Bari hanno letto lettere dei condannati a morte della resistenza europea.

“L’importante è che quei testi continuino a vivere attraverso l’impegno dei ragazzi nel leggerli, studiarli ed esprimerli con intensità”, ha sottolineato il presidente dell’Anpi Bari, Pasquale Martino.

La cerimonia si è conclusa con il corteo dell’Anpi che ha sfilato intonando “Bella ciao”, simbolo universale della lotta per la libertà.

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