I 21 lavoratori dell’ex impianto Pasquinelli di Taranto, da un anno sono senza lavoro, eccezion fatta per 90 giorni in cui, divisi in due gruppi, hanno dato una mano a Kyma Ambiente in opere di pulizia straordinaria di alcuni quartieri.
Un anno fa l’impianto in cui lavoravano è stato oggetto di un revamping: in poche parole una ristrutturazione profonda che doveva servire ad innalzare la qualità del servizio di raccolta dei rifiuti indifferenziati.
Ma da ottobre dello scorso anno nulla, o quasi nulla è cambiato. L’impianto è fermo e con esso al palo ci sono anche gli ex lavoratori della cooperativa che gestiva il servizio e che, per effetto del passaggio a Kyma Ambiente, potrebbero essere contrattualizzati successivamente dall’azienda che si dovrebbe aggiudicare la gestione dell’impianto.
Ma la questione è più di lana caprina. Perchè ci sono le carte a non far coincidere gli intenti. L’impianto è di proprietà del Comune di Taranto e la gara d’appalto per la gestione dello stesso dovrebbe essere indetta dalla municipalizzata deputata alla raccolta rifiuti. Pertanto se l’impianto non passa di mano, anche il destino dei 21 lavoratori rimane sospeso.
Attendiamo ormai da molte settimane che il Consiglio Comunale approvi questo Piano Comunale delle alienazioni e finalmente cambi la particella di proprietà dell’impianto che solo così potrebbe ripartire garantendo il lavoro a questi operatori che attendono da un anno – spiega Mimmo Sardelli, segretario generale della FP CGIL di Taranto.
Così stanchi gli ex Pasquinelli dopo aver manifestato più volte il loro disappunto, da lunedì 2 ottobre saranno in presidio permanente sotto la sede di Palazzo di Città a Piazza Castello.
Saremo sotto la sede del Comune dalle 9.30 del mattino in poi – spiega Sardelli – e non andremo via fino a quando non arriveranno risposte adeguate.
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