27 gol fatti in 27 partite. Una media di uno per gare che è la penultima di tutto il campionato di Serie B. Il Bari fa i conti con le criticità del suo attacco che da punto forte della passata stagione è passato ad essere il tallone d’Achille della squadra biancorossa che ha mostrato tutti i suoi limiti nonostante il secondo cambio d’allenatore. Con Iachini la tendenza sembrava essersi invertita dopo il 3-1 contro il Lecco, ma la vittoria di rigore contro la Feralpisalò e gli zero gol segnati contro Sudtirol e Catanzaro hanno riproposto il problema. Il Bari ha creato tanto, 21 tiri verso la porta, 4 tiri in porta, il 62% di possesso palla, ma ha impensierito Fulignanti con un centrocampista, Lulic, che ha fallito l’occasionissima dopo appena un minuto e con lo stoico capitano Valerio Di Cesare, capace di colpire una traversa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Menez è ancora lontanissimo da quel giocatore che ha fatto innamorare i tifosi di Milan e Roma, Puscas sembra ancora lontano dalla forma migliore e Nasti si sbatte ma non è ancora maturo per fare un campionato di Serie B da titolarissimo e da punto di riferimento per il reparto. Il capocannoniere, Sibilli, è stato arretrato nel ruolo di mezzala e allontanato dalla porta, Aramu è fuori lista e Kallon e Morachioli sono esterni che ancora devono adattarsi al nuovo sistema di gioco. La sfida con la Spezia sarà una prova del nove, il Bari ha bisogno urgente di tornare a segnare.
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