Puglia, clementine svendute e al macero: subito tavolo crisi

In Puglia, la triste situazione degli agrumeti sta portando gli agricoltori a tagliare le clementine, ormai compromesse dalla siccità, e a gettarle al macero. Coldiretti Puglia denuncia il crollo dei prezzi in provincia di Taranto, con i costi di produzione alle stelle a causa dell’irrigazione di soccorso e degli aumenti per le operazioni colturali.

I prezzi bassi di vendita in campagna, a soli 30 centesimi al chilo, hanno reso insostenibile il conto economico per gli agricoltori, che spendono 15 centesimi solo per la raccolta. La mancanza di lavoratori per la raccolta si aggiunge ai problemi, mentre i costi di produzione crescono a causa degli elevati costi energetici, dei fertilizzanti e degli imballaggi, che hanno più che raddoppiato le spese.

Coldiretti Taranto sottolinea anche la concorrenza sleale, con quasi 1 prodotto alimentare su 5 importato in Italia che non rispetta le normative. Il presidente Cavallo annuncia una manifestazione a Bruxelles contro accordi dannosi che hanno aperto le porte a importazioni senza controllo del materiale vegetale in entrata, esponendo il territorio italiano a patologie e virus.

La crisi colpisce non solo la salute dei cittadini ma mette a rischio il futuro delle giovani imprese agricole che hanno investito nel settore ortofrutticolo. Coldiretti insiste sulla necessità di garantire gli stessi criteri per tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei, proteggendo l’ambiente, il lavoro e la salute.

Per fronteggiare la volatilità e stabilizzare i prezzi, Coldiretti Puglia conclude chiedendo rapporti di filiera virtuosi, accordi che valorizzino il Made in Italy e assicurino la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e un prezzo di acquisto equo basato sui costi effettivi. La crisi agrumicola richiede interventi urgenti per sostenere gli agricoltori e preservare il settore.

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