Un trattenimento immotivato per il tribunale di Potenza quello di un cittadino tunisino trasferito nel CPR lucano di Palazzo San Gervasio (Pz).
L’uomo, trentun anni, dal 2022 in Italia, aveva avanzato richiesta di protezione internazionale a Forlì, la seconda dopo quella respinta lo scorso anno a Palermo. Il questore della città romagnola aveva disposto il trasferimento in Basilicata applicando la procedura accelerata per le domande d’asilo. Il richiedente era infatti privo dei cinquemila euro, la somma richiesta per evitare di attendere la risposta in stato di detenzione.
Il giudice, Giuseppe Palumbo, ha accolto il ricorso dell’uomo non convalidando il trattenimento nel Centro di permanenza per i rimpatri dov’era arrivato mercoledì. Quella procedura non poteva essere applicata, spiega l’avvocato Alessandro Praticò di Asgi, l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione. Forlì infatti non è provincia di confine.
In alternativa alla cauzione di cinquemila euro, inoltre, il cittadino aveva consegnato il passaporto e fornito un indirizzo come domicilio. Elementi che indicavano come non sussistente il rischio di fuga, sottolinea l’avvocata Angela Bitonti, referente per la Basilicata della stessa associazione. Il trentunenne è stato così liberato.
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