BARI – Avevano iniziato a frequentarsi solo da qualche giorno Antonella e Eugenio. Lei, Antonella Lopez, 19enne con parentele nel mondo della criminalità organizzata (suo zio Ivan, presunto affiliato Strisciuglio – è stato assassinato tre anni sul lungomare di San Girolamo). Lui, Eugenio Palermiti jr, nipote dell’omonimo e ben più noto boss del quartiere Japigia di Bari. Questo è quanto emerge dalle carte dell’udienza di convalida che ha portato alla conferma del fermo di Michele Lavopa, il 21enne che ha confessato l’omicidio della ragazza al culmine di una rissa nella discoteca Bahia Beach di Molfetta, sabato notte. Rissa che però, stando alla testimonianza di una amica di Antonella che era con lei, non ci sarebbe stata: “I fatti sono avvenuti molto rapidamente – si legge nelle carte che portano la firma del gip Francesco Vittorio Rinaldi – e io non mi sono accorta di nulla. Non c’era stato nessun litigio prima”, avrebbe raccontato l’amica Carla agli inquirenti. “Ho sentito gli spari – dice ancora – e ho perso Antonella. Era a faccia in giù vicino del bar e ho iniziato a gridare”, spiega con dovizia di particolari cosa era accaduto quella sera davanti ai suoi occhi.
Gli esami autoptici hanno confermato che ad uccidere Antonella è stato un solo colpo di pistola, che l’ha uccisa in pochissimi minuti. Per l’omicidio è stato fermato Michele Lavopa, 21 anni, nei cui confronti è stata riconosciuta anche l’aggravante mafiosa: puntava a colpire Eugenio Palermiti, rampollo del clan di Japigia, rimasto ferito nella sparatoria (almeno sette i colpi esplosi) e indagato a suo volta per minaccia: il 9 settembre scorso – si legge nelle carte – avrebbe minacciato alcuni ragazzi seduti davanti a un bar del quartiere San Paolo di Bari “tentando di esplodere colpi d’arma da fuoco” e causando “la fuga dei presenti”.
La pistola con la quale Lavopa avrebbe sparato, una 7,65 che portava sempre insieme, l’aveva comprata subito dopo quel 9 settembre, quando gli era stato intimato “di non farsi vedere in giro per Bari” da Palermiti jr. Così avrebbe scritto a un suo contatto di San Severo su Telegram, avrebbe concluso la trattativa e lo avrebbe raggiunto in treno nella cittadina del Foggiano: un’operazione da 1400 euro. Con quella pistola, appena 15 giorni dopo, avrebbe stroncato la vita di Antonella Lopez
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