Si è conclusa nella giornata di mercoledì 13 giugno, a Grottaglie l’ennesima mobilitazione pacifica dei lavoratori e delle lavoratrici del sito produttivo di Leonardo. Questa volta, la data ha assunto un significato speciale, coincidente con l’arrivo delle delegazioni dei potenti del mondo per l’avvio dei lavori del G7 a Borgo Egnazia.
La protesta è stata caratterizzata da momenti di tensione con lavoratori e polizia che si sono trovati faccia a faccia. I lavoratori, armati solo del loro coraggio e della loro infinita dignità, hanno gridato ancora una volta che il lavoro è un diritto, non un privilegio che può essere sottratto.
Respinti dal folto cordone delle forze di polizia, i manifestanti hanno espresso tutto il loro sdegno per una situazione che continua ad apparire inverosimile. Intorno al sito di Leonardo Aerostrutture, una calma apparente nasconde un “vuoto lavoro”, una condizione pericolosa se intrecciata alla mono-committenza da parte di Boeing nella manifattura delle fusoliere del 787.
Dopo l’incontro del 7 giugno con il Ministro Cingolani, è emerso chiaramente che Boeing sta attraversando un periodo di difficoltà, aggravato dalle indagini della FAA sul Boeing 737 Max e 787 Dreamliner. Tuttavia, è altrettanto evidente che l’azienda nella divisione aerostrutture continua a consolidare utili e ricavi significativi.
“Con la mobilitazione di mercoledì, oltre che l’azienda, abbiamo voluto scuotere le coscienze di istituzioni e politica su una netta presa di responsabilità a fare tutto ciò che necessario affinché lo stabilimento non si fermi, ma anche e soprattutto, per contrastare fermamente il rischio che un altro pezzo della manifattura del nostro territorio crolli nell’immobilismo di chi ha il dovere di pianificare presente e futuro di una comunità devastata sul piano occupazionale, economico e dei diritti più in generale. Serve curare la causa e non il sintomo. Curarla significa programmazione e varo di soluzioni strutturali che diversifichino le attuali attività produttive. Quello di ieri lo definisco uno sciopero simbolo in cui lavoratori e lavoratrici oltre che rinunciare dolorosamente a ulteriori 4 ore della loro retribuzione, hanno dignitosamente difeso oltre che se stessi, il futuro di una comunità e lo hanno fatto con grande senso di responsabilità perché le cose potevano andare diversamente”, afferma Pietro Pallini, coordinatore generale della UIL di Tarant
”o.L’Azienda conosce molto bene le nostre posizioni, ma al Governo e alle istituzioni chiedo infine determinazione, visione e coraggio affinché si evitino altri martiri industriali e impoverimento della Comunità, partendo dai Lavoratori e Lavoratrici a cui tutti noi dobbiamo guardare con grandissimo ed infinito rispetto perché sono coloro che questo Paese ancora lo tengono in piedi”.
“La protesta, dunque, è stata più di una semplice manifestazione. È stata una chiamata all’azione, un appello a istituzioni e politica per assumersi la responsabilità di garantire un futuro stabile e prospero alla comunità di Grottaglie e ai suoi lavoratori. In un momento in cui i riflettori internazionali sono puntati sulla regione per il G7, i lavoratori di Leonardo hanno colto l’occasione per far sentire la loro voce, sperando che le loro richieste trovino ascolto tra i potenti del mondo”, conclude Pietro Pallini.
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