In fondo alla graduatoria per la qualità della vita, ma fra le città più felici al mondo. Indicato come luogo non adatto ai giovani, ma consigliato come posto ideale per passare le vacanze.
Se dovessimo dare retta a tutte le statistiche che circolano in queste ultime settimane, Taranto sarebbe la dimostrazione plastica di cosa vuol dire il termine “contraddizione”. Del resto, come si può sostenere qualcosa di contrario alla luce dei risultati forniti dai grandi esperti di analisi dei dati?
Per la verità, qualche dubbio in merito dovrebbe cominciare a sorgere, almeno per quanto riguarda i criteri ispiratori di statistiche che si basano sui cosiddetti “campionamenti”, sulle attività di selezione di chi, interpellato, deve dare delle risposte.
Francamente, non si capisce come mai ci si possa “accontentare” di elementi scaturiti da un recentissimo sondaggio che, nemmeno dotato dei crismi dell’ufficialità, pare abbia preso in esame gli umori di una quarantina di famiglie (come se, poi, queste rappresentassero una percentuale attendibile, tenuto conto della densità abitativa del capoluogo ionico) per affermare che a Taranto meno di un cittadino su due non è soddisfatto della propria vita in città.
Per estremizzare, siccome i numeri in questione si riferiscono alle risposte del 47,8% degli intervistati, quale risultato sarebbe stato realizzato statisticamente se, per una irripetibile e fortuita combinazione, a dare indicazioni fossero stati solo quei cittadini che invece a Taranto dicono di vivere bene? In questo caso, la situazione si sarebbe capovolta posizionando la città ai vertici della classifica? Le indagini statistiche hanno il dono della infallibilità sempre e comunque? Oppure sono soggette solo ed esclusivamente a ciò che raccolgono dovendosi “giocoforza” fidare di ciò che viene riferito dagli intervistati?
Ricordando che spesso per migliorare nelle graduatorie bisogna partecipare a titolo oneroso ad iniziative dei vari media promotori e attendendo chiarimenti tecnici sui metodi utilizzati dall’Istat (soggetto pubblico, verso cui si sta valutando un’azione risarcitoria) sulla “Percezione della qualità della vita nelle città italiane: un confronto anno 2023”, restano le attività e le iniziative messe in campo dall’Amministrazione cittadina guidata dal sindaco Rinaldo Melucci nell’ambito di un processo di rigenerazione urbana, sociale, culturale e ambientale che, già avviato negli anni scorsi, non sta trascurando nulla di ciò che è stato programmato.
Prima del 2017 e di questa Amministrazione la città era ferma in tutto, mentre oggi persino i detrattori sono costretti ad ammettere che finalmente si è messo tanto in moto, in un contesto difficile e dopo anni di prese in giro e di progetti mai veramente decollati, come il “Cantiere Taranto” del governo Conte.
Di sicuro il lavoro da fare in ogni ambito non manca. Ma, rispettando le tempistiche normative e facendo leva sulle risorse a disposizione, sono state avviate opere infrastrutturali che cambieranno completamente il volto della città.
Prime fra tutte la linea BRT, che, sviluppandosi su complessivi 40 chilometri, rivoluzionerà il trasporto pubblico locale, a cui si affiancano i 17 chilometri di piste ciclabili, la manutenzione delle strade cittadine di cui è stato asfaltato il 30 per cento di tutte le arterie urbane e gli impianti sportivi che saranno o realizzati ex novo o massivamente riqualificati (come lo Stadio Iacovone) per ospitare i prossimi Giochi del Mediterraneo.
Dal punto di vista culturale, ad esempio, è stata istituita la “Biennale Italiana di Architettura e Arte Contemporanea del Mediterraneo”, è stata potenziata l’offerta della Biblioteca Comunale “Acclavio”, così come è stata recuperata l’area degli ex Baraccamenti Cattolica facendo sorgere al suo posto i BAC, il Parco delle Arti, delle Scienze e della Musica dove il prossimo anno sarà inaugurato il nuovo Teatro che contribuirà alla crescita del movimento culturale ed artistico cittadino, tutto questo mentre si registra il crescente successo delle stagioni del Teatro comunale Fusco. Ma non solo.
Per un piano di investimenti complessivi di circa 120 milioni per il Centro storico, sono stati disposti interventi di aree archeologiche, di palazzi di prestigio, piazze, social housing e degli Ipogei, mentre nell’ambito del programma “Pinqua”, l’innovativo piano per la qualità dell’abitare e del vivere che riguarda la Città Vecchia ed il quartiere “Paolo VI” sono già state aggiudicate alcune gare per ristrutturare alloggi.
In materia di rigenerazione sociale, utilizzando i “fondi ex ILVA”, sono stati investiti 20 milioni e mezzo di euro per l’avvio e definizione di dodici progetti; in tema di innovazione e sostenibilità ambientale, è attiva la Casa delle Tecnologie Emergenti “Calliope”, che ha già incubato 13 start-up, sono state gettate le basi per la creazione del nuovo Istituto di ricerca “IRIIS”, sono state siglate convenzioni per circa un milione e mezzo di euro con le tre Università pugliesi, è in atto la riqualificazione delle “aree verdi” cittadine che ha visto negli ultimi due anni la piantumazione di 1200 alberi (secondo l’ultimo rapporto di Ecosistema Urbano, Taranto è risultata la città più verde” di Puglia) al rione “Tamburi” sono stati avviati cantieri per 40 milioni di investimento (ultimo in ordine di tempo quello per la realizzazione della “Green Belt).
Per quanto riguarda la musica e gli spettacoli, non c’è che l’imbarazzo della scelta fra la stagione teatrale ed i vari concerti ed appuntamenti musicali programmati dal Comune. Tutto questo senza contare il resto delle manifestazioni, delle iniziative, delle opere e dei progetti pensati ed attuati per rigenerare la città di Taranto che fino ad oggi hanno comportato investimenti vicini al miliardo e 700 milioni di euro, comprese le risorse del “Just Transition Fund” per la decarbonizzazione.
Una città che, nel frattempo, sta diventando sempre di più un grande polo turistico, come dimostrano i primi mesi del 2024 con la quasi quotidiana presenza di numerosi visitatori nazionali ed esteri, i cui arrivi nel 2023 sono stati quasi 100mila evidenziando un trend in continua crescita.
I nostri uffici che si occupano di statistica ci forniscono dati reali riferiti solo al capoluogo. Ma, evidentemente, quanto elencato o è sfuggito o non interessa a coloro che, “statisticamente”, preferiscono vedere sempre “il bicchiere mezzo vuoto” e parlare senza avere titolo e competenza. Il lavoro vero per la gente lo svolge l’Amministrazione guidata dal sindaco. Fra un notaio e l’altro.
Così il Comune di Taranto in una nota.
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