Il ministro da Milano: “Con Afo1 a mezzo servizio, meno personale rispetto a quanto programmato”
“Metà produzione, significa metà occupati rispetto a quanto programmato”. Con queste parole, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha commentato gli effetti dello stop all’altoforno 1 dello stabilimento ex Ilva di Taranto, fermo dallo scorso 7 maggio a causa di un incendio.
A margine dell’evento Investopia tenutosi a Milano, il ministro ha risposto alle domande sul futuro occupazionale dell’impianto, sottolineando che “essendosi fermato un altoforno e non potendo ripartire con la produzione, avremo una produzione dimezzata rispetto a quanto era stata pianificata e concordata anche con i sindacati”.
Il riferimento è all’accordo recentemente raggiunto con le organizzazioni sindacali in merito alla gestione della cassa integrazione, che ora potrebbe subire nuovi adattamenti in base alla riduzione della capacità produttiva.
Le parole di Urso confermano dunque il quadro di incertezza che aleggia sul sito produttivo di Taranto, già al centro di forti tensioni sindacali per l’estensione della Cigs in diversi reparti e per la sospensione di un’ampia quota di lavoratori.
La prospettiva, ora ufficialmente indicata dal Governo, è quella di un impatto diretto sul piano occupazionale, legato alla necessità di ricalibrare le attività interne allo stabilimento sulla base della nuova condizione operativa.
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