Alla vigilia di Lecce-Como, gara in programma per domani pomeriggio ore 15 al Via del Mare, il tecnico dei giallorossi Marco Giampaolo ha presentato la sfida in conferenza stampa: “Il Como fa tanto possesso palla, ma questo non deve creare in noi condizioni mentale sbagliate. Non è un qualcosa che deve demoralizzarci. Dobbiamo saper soffire quando c’è da soffire e fare di tutto per vincere. La squadra è stata sempre dignitosa, al netto di errori e difficoltà. Rispetto a quanto fatto nelle ultime uscite, per meriti, ci mancano secondo me tre punti. Alcune volte i nostri avversari si sono dimostrati più forti, ma noi siamo lì e non possiamo non credere al nostro sogno. Nelle analisi dei numeri e delle statistiche ci sono cose che condizionano di più e cose che condizionano di meno. Ad esempio siamo quelli che hanno subito il maggior numero di rigori a sfavore, questo sì che è penalizzante. Fabregas sta facendo un lavoro eccellente, che sostengo da mesi per idee e mentalità, ma ne ho già parlato con lui qualche giorno fa. Il Como è una grande, ma travestita da provinciale. In questo momento del campionato dobbiamo però pensare solo a vincere, o quantomeno a provarci. Che il Como sia praticamente quasi già salvo non ci deve interessare. Non credo più in queste cose. Giocare da squadra, con consapevolezza, è l’unica cosa da fare. Il modulo? Contro la Juventus abbiamo giocato con un difensore in più ed un centrocampista in meno, ma in passato abbiamo fatto la stessa cosa sotto mentite spoglie. Con Helgason in campo facciamo difensivamente un lavoro di scalate, ma contro la Juve ho preferito mettermi a specchio. Lo abbiamo già fatto contro il Venezia all’andata e contro la Roma all’Olimpico. Dal punto di vista tattico non c’è stato nulla di nuovo, è naturale difendere con cinque uomini quando giochi contro una grande squadra. Ogni partita ha una storia a sé, quella contro il Como sarà una partita con tante piccole partite al suo interno. Sugli interpreti non ho ancora deciso, ma tutti possono fare la differenza. Siamo in una strettoia, noi dobbiamo pensare solo ed eslcusivamente al nostro piano gara. Dispiace aver perso Jean, è un ragazzo che a me piace e che stava migliorando di partita in partita. Gabriel anche è un ragazzo che si allena facendo le cose per bene, a Torino è entrato in maniera decisa e convicente. Veiga ha più partite ed è in un buon momento, sta bene fisicamente ed è in condizione. Abbiamo esterni e centrocampisti con caratteristiche differenti, li scelgo in base alla partita. Ecco perché dico che si gioca in 16. L’unione deve essere la nostra forza. Le parole ‘squadra’ e ‘famiglia’ devono essere il nostro mantra. Da soli non ne veniamo fuori. Ai miei 26 giocatori devo far capire che l’obiettivo è comune e non è solo di chi scende in campo. Il valore aggiunto però non può non essere il nostro pubblico, domani soprattutto”.
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