Dal silenzio claustrale al continuo via vai di docenti e studenti dell’Università del Salento. Sono solo alcune delle tante vite e dei tanti volti del complesso monastico degli Olivetani sorto nel XII secolo per volontà del conte Tancredi d’Altavilla, affidato all’Ordine dei Benedettini, nel 1807 con la soppressione degli Ordini religiosi convertito in “Reale collegio educativo San Giuseppe e ai giorni nostri destinato a sede universitaria.
Nel 1494 i Benedettini di Monte Oliveto giunti in questa oasi di pace decisero di ricostruire il loro monastero “con due sontuosissimi chiostri, che con grandissima spesa” tra il 1544 e il 1546 furono fabbricati dall’architetto Gabriele Riccardi.
Il monastero annesso alla chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo, uno dei più splendidi esempi di architettura medioevale in Terra d’Otranto in rapporto simbiotico con il cimitero monumentale di Lecce, si prepara al recupero conservativo e funzionale grazie allo stanziamento di 5 milioni di euro.
Il progetto di valorizzazione contempla il restauro e la rigenerazione non solo del polo accademico ma anche di un luogo di aggregazione di imprese creative e culturali, mirando alla fruizione turistica con sale di esposizione e visite guidate.
Artefice di questo ritorno all’antico splendore è stato il senatore Roberto Marti, presidente della commissione Cultura di Palazzo Madama, che si è prodigato per far stanziare i fondi dal Ministero della Cultura in collaborazione con il rettore Fabio Pollice e l’ufficio tecnico dell’UniSalento nell’ottica di far tornare a rifulgere questo antico gioiello che trasuda fede, storia e solennità.
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