Lavoro, sindacati: “In Puglia a rischio dipendenti call center”

BARI – “Il passaggio parlamentare, con cui il governo ha appena varato il dl Energia, ha cancellato il famoso articolo 36 Ter del dl Lavoro dello scorso maggio, con cui si garantiva la continuità occupazionale dei lavoratori dei call center nel passaggio dal mercato tutelato al mercato libero” a denunciarlo Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc di Puglia. “Questa norma di civiltà – spiegano le sigle sindacali – è stata cancellata con un colpo di mano del governo, sottacendo a biechi interessi economici e lobbistici, mettendo di fatto a rischio 1.500 lavoratori nel paese, di cui diverse centinaia pugliesi delle aziende Covisian (Taranto) e Network (Molfetta). Il sindacato confederale, a partire da quello locale, non può tacere difronte ad un’azione ‘incomprensibile’ di chi dovrebbe essere garante dell’interesse collettivo, quindi anche dei lavoratori, e non solo di lobbies ed aziende. Per questo, nelle province pugliesi coinvolte abbiamo immediatamente indetto iniziative di mobilitazione con scioperi”. Le organizzazioni sindacali chiedono “urgentemente alla Regione Puglia di convocare ad horas un tavolo con le aziende coinvolte, il committente Enel, le diverse imprese del mercato libero operanti già sul territorio. Rivolgiamo energicamente il nostro appello ai parlamentari pugliesi e riteniamo indispensabile il coinvolgimento delle prefetture”. “I nostri territori – concludono – sono già abbondantemente stressati da innumerevoli vertenze, affinché si porti all’attenzione del governo il grave rischio sociale incombente: la tensione sociale rischia di esplodere”

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