La bellezza dell’arte sacra a Otranto torna a incantare e dischiude i suoi tesori al mondo profano dal 1° luglio con l’apertura ordinaria del Museo Diocesano per anni chiuso a causa di certosini interventi di restauro e di lavori di adeguamento funzionale e impiantistico.
Finalmente si spalancano le porte di Palazzo Lopez, a un tiro di schioppo dalla cattedrale idruntina, e, dopo certosini interventi di restauro e lavori di adeguamento funzionale e impiantistico, tornano a essere fruibili i beni ecclesiastici del polo museale istituito nel 1992 dall’arcivescovo Francesco Franco allo scopo di custodire opere di statuaria e cartapesta, cinquecentine, argenti, suppellettili liturgiche e ricche collezioni che consentono di riallacciare il filo invisibile della storia della Chiesa di Otranto.
Numerosi i dipinti esposti sia di artisti rinomati come Corrado Giaquinto e Giovanni Andrea Coppola sia anonimi narrano i passaggi, gli intrecci tra scuole e le fasi evolutive della pittura in Terra d’Otranto dal XVI al XVIII secolo. Gli antichi paramenti sacri esposti rappresentano una fulgida testimonianza dell’arte del tessuto e del ricamo.
Le opere in mostra si dipanano dai preziosi vasi sacri, alla variegata suppellettile ecclesiastica in argento e alle pregevoli insegne vescovili. La maggior parte delle opere sono lavori di bottega realizzati da maestri argentieri attivi a Napoli tra il Seicento e l’Ottocento.
Degna di nota la collezione lapidea che annovera colonne tortili, statue, capitelli, paliotti, girali floreali e sculture, facenti parte di antichi altari detti “alla leccese”, tutti manufatti in pietra locale lavorati da scalpellini salentini, per lo più provenienti dalla basilica cattedrale.
Preziosa testimonianza del III-IV secolo d.C. che attesta la presenza ebraica nella comunità otrantina ellenofona è la stele funeraria di Glika, oltre ai manoscritti e ai fondi aggregati che ripercorrono gli atti rogati da diversi notai nei secoli e la vita e le opere dei presuli che dopo il 1481 furono al soglio episcopale della città dei martiri. Nuovo slancio, dunque, per l’Arcidiocesi di Otranto che si apre a ventaglio, sotto l’egida dell’arcivescovo Francesco Neri, alla comunità, rendendo sempre più fruibili i suoi beni culturali e adempiendo alla missione di svelare la bellezza anche in rete.
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