Mirko Tammaro, costituitosi nella serata di sabato 3 settembre per l’omicidio di Andrea Gaeta, avrebbe visto la sua ex in compagnia dello stesso Gaeta e per questo lo avrebbe ucciso. Secondo una ricostruzione dell’accaduto, Tammaro ha notato Gaeta e un gruppo di amici, tra cui la ragazza con cui aveva avuto una relazione fino a poco tempo prima, fermi davanti a un bar. Dopo un po’, la comitiva di Gaeta si è allontanata a bordo dell’auto della vittima. A quel punto, Tammaro li ha raggiunti a bordo del suo mezzo, ha lampeggiato per far segno di fermarsi, è sceso e ha sparato 4 o 5 colpi uccidendo Gaeta. Gli amici, in preda al panico, sono tutti fuggiti via. L’indagato, subito dopo aver commesso il delitto, è scappato verso l’Abruzzo, in direzione Termoli, dove, all’alba di sabato, si è deciso a costituirsi al termine di numerosi contatti con familiari e inquirenti.
“C’è premeditazione perché l’assassino è andato a prendere una pistola, è uscito per le vie di Orta Nova in cerca di Andrea e quando lo ha trovato non gli ha lasciato scampo. Non è stato un gesto istintivo o immediato”. Lo afferma l’avvocato Michele Sodrio, difensore della famiglia di Andrea Gaeta, il ragazzo di 20 anni ucciso con alcuni colpi di pistola nella notte tra venerdì e sabato alla periferia di Orta Nova nel Foggiano. “Sappiamo – prosegue Sodrio – che sono state raccolte prove a dir poco schiaccianti a carico del fermato. Faccio solo un appello al Pubblico Ministero, affinchè il corpo di Andrea sia restituito al più presto ai suoi familiari, che stanno vivendo l’ulteriore strazio di non potergli dare immediata sepoltura”.
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