“Sembra impossibile, ma nel 2024 ci ritroviamo davanti a un Governo che continua a buttare fumo negli occhi di cittadini e lavoratori sulla vicenda ex Ilva. Forse, però, Giorgia Meloni e Adolfo Urso non si sono resi conto di una grande verità: Taranto non abbocca più. Quando il Ministro Urso annuncia su Il Sole 24 Ore che, per garantire la continuità del siderurgico, giungeranno 150 milioni di euro, non sa che la comunità è ben consapevole dell’origine di tale somma”. Comincia così una nota di Mario Turco, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa..
“L’operazione ordita in tal senso è di una disonestà clamorosa – aggiunge -: si vogliono utilizzare le risorse sequestrate ai Riva e destinate alle bonifiche, per continuare a inquinare senza la minima idea di dove sia diretto quel rudere di fabbrica, sempre più pericoloso per chi ci lavora e per chi ne subisce i danni ambientali e sanitari. Già nel Governo Draghi accadde qualcosa di molto simile, e il M5S fu l’unica forza politica a votare in Parlamento in modo contrario ma, giunti a questo punto, sarebbe auspicabile che la politica, così come le parti sociali, facessero fronte comune dinnanzi a una così deprecabile scelta”.
”Una parte del patrimonio destinato alle bonifiche sarà, a breve, nelle mani dei commissari di Acciaierie d’Italia, affinché ne facciano un uso assolutamente improprio, a seguito dell’introduzione ti tale voce sotto il paravento delle “misure finanziarie urgenti per assicurare la continuità operativa degli impianti ex Ilva” all’interno della bozza Dl Agricoltura, ancora in fase di riformulazione da parte del Mef. Il tutto, si legge: “al fine di assicurare la continuità operativa degli stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale e la tutela dell’ambiente, della salute e della sicurezza dei lavoratori addetti ai predetti stabilimenti”.
”Quanto meno, c’è da dire che l’azione politica del Governo Meloni dimostra grande coerenza: sin dal giorno del suo insediamento, continua a perorare una visione volta ad orbare un futuro diverso per il capoluogo ionico», conclude Mario Turco.
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