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Potenza, Riesame rigetta ricorso e conferma i capi d’accusa per Errede

Il Tribunale di Potenza, Sezione Riesame, con ordinanza pronunciata a seguito della camera di consiglio tenutasi il 17 dicembre 2024, ha rigettato l’appello proposto dalla difesa del magistrato Pietro Errede, confermando la precedente decisione del Giudice dell’udienza preliminare del medesimo Tribunale, che l’8 luglio 2024 aveva già respinto l’istanza di revoca della somma cautelare di 3.000 euro.

Errede, magistrato all’epoca in servizio presso il Tribunale di Lecce, era già stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari notificata il 29 maggio 2023, a seguito di un provvedimento emesso il 25 maggio 2023 dal GIP di Potenza. Al magistrato  sono contestati reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, tentata concussione e abuso della funzione pubblica, per fatti avvenuti tra il 2021 e il 2022.

il tribunale del riesame avrebbe confermato l’accusa per corruzione con Marcello Paglialunga e Alberto Russi
Secondo l’impianto accusatorio, Errede avrebbe attribuito numerosi incarichi professionali a Marcello Paglialunga (curatore fallimentare, liquidatore, consulente tecnico e coadiutore), ricevendo in cambio utilità personali: un iPad poi sostituito con un iPhone 13, una collana di brillanti del valore di circa 12.000 euro , e l’assegnazione di un incarico legale con relativo anticipo economico a Alberto Russi, suo convivente.

La procura avrebbe rigettato inoltre il riesame per il reato di corruzione con Emanuele Liaci
In altri episodi, Errede avrebbe nominato Emanuele Liaci in numerosi procedimenti esecutivi e come amministratore giudiziario. In cambio, avrebbe ottenuto:
• una crociera in Grecia del valore di 3.000 euro;
• il pagamento dell’assicurazione della propria auto (Mini Cooper, 290 euro);
• l’organizzazione di eventi privati, poi annullati a seguito dell’intervento dell’autorità giudiziaria.

Confermata inoltre la tentata concussione nella vicenda A&V Motors
Errede avrebbe cercato di far valere la propria posizione istituzionale per ottenere il rimborso integrale del prezzo di acquisto di un’autovettura usata per un anno. Le intercettazioni raccolte riportano espressioni rivolte al personale della concessionaria, ritenute rilevanti ai fini delle accuse.

I fatti contestati si sono verificati tra luglio 2021 e marzo 2022. Gli atti raccolti sono stati ritenuti coerenti con un disegno criminoso unitario, secondo quanto riportato negli atti del procedimento.

Il Tribunale del Riesame ha confermato in sede collegiale la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza rigettando l’istanza difensiva volta alla revoca della somma sequestrata. Le motivazioni si basano sull’analisi complessiva delle condotte contestate e sull’interpretazione degli elementi acquisiti durante le indagini preliminari.

Il procedimento prosegue presso le sedi competenti, dove saranno valutate nel merito le responsabilità penali e le circostanze legate ai fatti contestati.

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