BARI – Nuovi atti dalla Distrettuale Antimafia del capoluogo sono stati depositati in procura nell’ambito del processo ‘Codice interno’ che lo scorso 26 febbraio ha portato a 130 arresti e svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria barese. Gli atti depositati in udienza riguardano alcune chat tra diversi indagati, tra cui l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, Maria Carmen e Vito Lorusso, Massimo Parisi, Michele Nacci (candidato in ticket con Lorusso nel 2019), Tommaso Lovreglio (ritenuto il braccio destro del boss Savino) e Michele De Tullio (ex dipendente della municipalizzata Amtab e considerato uomo dei Parisi). Alcuni di questi imputati sono a processo con rito abbreviato. Le conversazioni sono state estrapolate dai cellulari e dai computer sequestrati lo scorso 26 febbraio. Si tratta di un corposo numero di file sulla cui ammissibilità si discuterà nella prossima udienza del 6 novembre.
Quindici gli imputati a processo con rito ordinario. Tra questi l’ex consigliera comunale di Bari Maria Carmen Lorusso, il padre Vito (oncologo, in carcere per altre vicende) e Massimo Parisi, fratello del boss del quartiere Japigia ‘Savinuccio’. I Lorusso rispondono di scambio elettorale politico mafioso: gli inquirenti ritengono che l’elezione al consiglio comunale di Maria Carmen, nel 2019, sia stata favorita grazie ai voti dei clan Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari. A raccogliere questi voti – pagando 10mila euro a clan – sarebbe stato il marito di Lorusso, Olivieri, in carcere a Lanciano e a processo con rito abbreviato.
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