Carcere di Taranto, ennesima aggressione a poliziotto

“Lavorare in un carcere è sempre stato un compito delicato e pericoloso, ma ultimamente è diventato impossibile a causa della grave carenza di poliziotti penitenziari e dei numerosi episodi di violenza e prepotenza da parte dei detenuti. Gli agenti entrano nel penitenziario senza sapere quando e come ne usciranno”, lo scrive in una nota Federico Pilagatti, segretario regionale SAPPE.

“Il SAPPE ha recentemente scritto al Prefetto di Taranto, massimo rappresentante del governo sul territorio e responsabile della sicurezza pubblica, esprimendo preoccupazione per la situazione sempre più grave nel carcere del capoluogo jonico. Un esempio emblematico è l’ennesima grave aggressione avvenuta il 1° giugno, quando un detenuto serbo, ristretto per reati contro il patrimonio e noto per comportamenti violenti, ha aggredito senza motivo un sovrintendente, colpendolo con inaudita violenza al volto”, aggiunge Pilagatti.

“Nonostante i rinforzi siano intervenuti prontamente, la situazione nelle carceri resta critica. Il SAPPE denuncia l’impunità di cui godono i detenuti violenti e la mancanza di sostegno alla polizia penitenziaria da parte del garante dei detenuti e delle associazioni, che sembrano più preoccupate di difendere i diritti dei carcerati piuttosto che quelli degli agenti”, continua il segretario regionale del Sappe.

“I dati sono drammatici: nel 2023 si sono registrati 1.760 casi di violenza e 8.164 atti di minaccia, ingiuria, oltraggio e resistenza. Nei primi cinque mesi del 2024, le aggressioni sono state 708, mentre gli atti di violenza e resistenza hanno raggiunto quota 3.362. Il SAPPE attribuisce parte di questa escalation alla scellerata introduzione della vigilanza dinamica e alla gestione inadeguata dei detenuti con problemi psichiatrici”, evidenzia Pilagatti.

“Inoltre, il problema del contrabbando di telefoni cellulari, droghe e armi è in aumento, con 3.525 telefoni rinvenuti nel 2023 e 1.688 nei primi mesi del 2024. Anche gli avvistamenti di droni sono cresciuti, rendendo necessarie misure di rilevamento e inibizione adeguate”, sottolinea.

“Il SAPPE chiede al Presidente del Consiglio un cambiamento radicale affinché lo Stato si riappropri delle carceri, attualmente in mano ai detenuti, e accusa la politica di tutelare più i malviventi con leggi permissive, mentre si assiste a un depotenziamento delle forze dell’ordine. Se la situazione non cambierà, la polizia penitenziaria non esiterà a fare le barricate, non solo nelle carceri, per difendere la propria sicurezza e dignità”, conclude Pilagatti.

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