La fine di una storica amicizia che nobilitava i rapporti tra le due tifoserie pugliesi è stata certificata dall’arresto di quattro tifosi del Taranto e dalla denuncia di quattro del Brindisi al termine della partita di calcio disputata nel pomeriggio di domenica al Fanuzzi e vinta per 2-0 dagli ionici. Le spigolosità tra le due tifoserie andate avanti per tutto l’incontro hanno avuto un epilogo di violenza nei pressi dell’incrocio della morte mentre la polizia scortava gli ultras ospiti all’uscita della città.
Come documentano le immagini, alcuni uomini armati di bastone sono scesi nel traffico seminando il panico ed esplodendo anche alcuni potenti petardi. Il pronto intervento della polizia, coordinata dal questore Giampiero Lionetti, che è giunto sul posto, ha evitato che ci fossero contatti tra le due tifoserie. Alla fine per fortuna non sono stati registrati feriti.
Poco dopo sulla statale 7 Brindisi-Taranto, la polizia ha fermato un’auto con quattro tifosi tarantini, tre dei quali già colpiti da Daspo e che pare proprio per questo non fossero entrati nello stadio. Gli ultras, appartenenti al gruppo “Zoccolo duro”, viaggiavano con mazze da baseball, bombe carta e sostanza stupefacente. Sono stati arrestati e posti ai domiciliari. Nel corso dell’udienza di convalida, per uno dei tre – quello non colpito da Daspo – è stata disposta la scarcerazione.
Durante gli scontri la polizia ha intercettato anche quattro brindisini, tra cui un minorenne, in possesso di mazze, cinghie e petardi. Sono stati tutti denunciati. Sia i quattro tarantini che i quattro brindisini saranno sottoposti a Daspo.
potrebbe interessarti anche
‘Altro che truffatore, sono stato minacciato’: organizzatore concerto neomelodico in Procura
Francavilla Fontana, furto notturno allo store cinese: rubati soldi e automobile
Incidente mortale a Barletta, al vaglio le possibili cause
Mistero a Taranto: esplosione e tracce di sangue su una panchina
Castronuovo Sant’Andrea, 67enne muore travolto dalla legna
Bari, tassista accoltellato: “Sono scosso. Continuare a lavorare qui? Non so”