TARANTO – Uno sciopero dalle 23 del 10 gennaio alle 7 del 12 gennaio è stato proclamato stasera nell’ex Ilva di Taranto, Acciaierie d’Italia, dai sindacati Fiom Cgil, Uilm e Usb appresi i contenuti del decreto approvato stasera dal Consiglio dei ministri.
Per le tre sigle, “nonostante nella giornata odierna il mondo del lavoro e delle istituzioni, all’unisono, abbiano inviato al governo un messaggio forte e chiaro, ovvero di non erogare nessun ulteriore prestito pubblico in qualunque forma ad ArcelorMittal, socio totalmente inaffidabile ed inadempiente, senza un preventivo riequilibrio della governance che, cosi come garantito dallo stesso ministro delle Imprese e del Made in Italy in più circostanze, avrebbe dovuto prevedere l’ingresso di Invitalia in maggioranza, il Cdm di stasera ha approvato il decreto legge recante ‘Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale’ confermando la volontà di erogare i 680 milioni, già stanziati, in modalità finanziamento soci, ripristinando vergognosamente perfino lo scudo penale ai gestori del sito”.
“In altre parole – dicono Fiom, Uilm e Usb – il governo Meloni si disinteressa completamente delle richieste di un intero territorio, dei lavoratori, dei cittadini, cedendo ai ricatti di un operatore privato che si permette quotidianamente di prendersi gioco delle piaghe della nostra comunità, compiendo solo sgradevoli bluff e azioni incostituzionali, garantendogli, come se non bastasse, anche l’esimente penale per i propri comportamenti illeciti”. (AGI)
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