Un duro colpo alla pirateria digitale è stato inflitto dalla polizia postale nell’ambito dell’operazione internazionale “Taken Down” contro lo streaming illegale, coordinata dalla Procura di Catania.
L’operazione ha portato all’esecuzione di 89 perquisizioni in 15 regioni italiane e di altre 14 all’estero, in collaborazione con le forze di polizia di Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina.
Complessivamente, 102 persone sono state indagate, di cui 11 arrestate in Croazia, dove è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare.
Le perquisizioni in Italia hanno interessato numerose città: Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata.
A livello internazionale, sono stati individuati e spenti 9 server situati in Romania e Hong Kong, attraverso i quali veniva trasmesso il segnale pirata in tutta Europa.
Secondo le indagini, la rete criminale aveva realizzato una complessa infrastruttura tecnologica in grado di servire illegalmente oltre 22 milioni di utenti, generando profitti annui stimati in circa 3 miliardi di euro.
Le perdite economiche per le aziende proprietarie dei diritti – come Sky, Dazn, Netflix, Mediaset, Disney+ e altre – superano invece i 10 miliardi di euro. Gli indagati catturavano illegalmente i palinsesti live e i contenuti on-demand delle principali piattaforme televisive per poi rivenderli attraverso abbonamenti promossi su social media, forum, blog e canali di messaggistica crittografata.
Durante le perquisizioni, le forze dell’ordine hanno sequestrato criptovalute per un valore di oltre 1,65 milioni di euro, insieme a denaro contante per oltre 40.000 euro. Sono stati inoltre individuati 80 pannelli di controllo utilizzati per gestire i flussi streaming illegali e tre amministratori di alto livello della rete, rintracciati in Inghilterra e Olanda.
Francesco Curcio, procuratore della Repubblica di Catania, ha spiegato che l’indagine ha smantellato una vera e propria organizzazione piramidale, paragonando i profitti generati dallo streaming illegale a quelli del traffico di cocaina: “Un business che frutta somme incredibili, con rischi minimi rispetto ad altre attività criminali. Da Catania è partita un’indagine che ha permesso di ricostruire un sistema globale e di dimostrare come le nostre forze dell’ordine siano in grado di eccellere anche in ambiti tecnologici così avanzati”.
L’indagine è stata condotta in coordinamento con Eurojust ed Europol e supportata dalla rete operativa @on (Operation Network), finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla DIA. Il monitoraggio della polizia postale ha permesso di individuare e oscurare oltre 2.500 canali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa, per un giro d’affari illegale di oltre 250 milioni di euro al mese.
“Abbiamo oscurato 22 milioni di utenti illegali in Europa, un numero impressionante se consideriamo che rappresentano una fetta significativa della popolazione. Ora queste persone rischiano sanzioni amministrative”, ha dichiarato Curcio.
L’operazione “Taken Down” rappresenta la più vasta e importante indagine mai condotta a livello europeo contro lo streaming illegale. Secondo il procuratore di Catania, “è un’indagine unica nel suo genere, che ha svelato una rete criminale transnazionale strutturata con ruoli precisi e tecnologie sofisticate. Abbiamo dimostrato che l’Italia può primeggiare anche nella lotta contro la criminalità informatica”.
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