Il 3 ottobre 2024, il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento 5 Stelle e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa, ha depositato un’interrogazione a risposta orale ad Adolfo Urso, ministro dello sviluppo economico. Oggetto dell’interrogazione è l’ipotesi di insediamento di una nave rigassificatrice nel porto di Taranto, insieme alla questione del prestito ponte da 320 milioni di euro concesso ad Acciaierie d’Italia.
Turco sottolinea come la presenza di un rigassificatore, gestito dalla società azera Baku Steel e citato dal ministro Urso durante la Fiera del Levante, aggraverà ulteriormente le già difficili condizioni ambientali della città di Taranto, storicamente martoriata da numerose fonti di inquinamento, tra cui l’ex-Ilva, l’ENI e la Base Navale NATO.
Il senatore richiama l’attenzione sul fatto che l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento ex-Ilva è scaduta ad agosto 2023 e non è stata ancora rinnovata, mentre la produzione continua senza il certificato di prevenzione antincendio.
Per quanto riguarda il prestito ponte, Turco critica l’iniziativa non solo come dannosa per l’ambiente, in contrasto con le nuove normative europee sul carbonio, ma anche economicamente insostenibile. La decisione di finanziare la riattivazione della produzione a carbone negli altiforni di Taranto è, secondo Turco, in netto contrasto con le politiche di transizione energetica e mette in dubbio la capacità dell’azienda di restituire il prestito.
Il senatore conclude chiedendo al ministro se sia realmente intenzionato ad approvare un nuovo disastro ambientale a Taranto e invita a riflettere su una politica economica che appare miope e contraria agli interessi della comunità locale e del paese.
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