BARI – Una storia che richiama Dickens, Stevenson e Salgari, con un riferimento non molto velato al mondo fiabesco. Ma soprattutto che parte da un soggetto mai realizzato di Federico Fellini e Tullio Pinelli e ritrovato in un vecchio baule. Parte di qui “Napoli – New York”, la nuova fatica cinematografica del regista premio Oscar, Gabriele Salvatores, che nelle scorse ore ha salutato il pubblico del Galleria di Bari raccontando le fasi di genesi di questo suo nuovo film.
La storia si svolge nell’immediato dopoguerra: tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York e si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America sbarcando in una metropoli sconosciuta e ricostruita sapientemente dal digitale.
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