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Massafra, Rubino: “Di Stefano? Non venderemo il titolo sportivo”

Nelle ultime ore, Giovanni Di Stefano, imprenditore avvicinatosi poche settimane fa al Taranto, ha mostrato il suo interesse avviando una trattativa per il Massafra Calcio. Intervenuto in esclusiva, il presidente del Massafra, Fernando Rubino, commenta la vicenda.

TRATTATIVA CON DI STEFANO: “La manifestazione d’interesse di Di Stefano verso il Massafra è avvenuta da pochi giorni. Ci siamo incontrati nelle ultime ore a Roma e lui ha espresso la sua volontà di entrare in società. Stiamo valutando la sua proposta; ovviamente, la trattativa, una volta portata avanti, dovrà essere avvalorata dalla firma di entrambe le parti“.

LA RICHIESTA: “Di Stefano vuole solo entrare nella società, non ha espresso il desiderio di acquistare il Massafra“.

PROSSIMI STEP: “Probabilmente ci incontreremo a stretto giro un paio di volte; nelle prossime ore ci vedremo nuovamente noi due insieme, ma poi mi piacerebbe che lui parlasse e conoscesse tutti i miei soci“.

TRASFERIRE IL TITOLO SPORTIVO A TARANTO? “Non mi è stata chiesta da parte sua la possibilità di trasferire il titolo sportivo del Massafra a Taranto. Nessuno del territorio ci aiuta, e se arriva una proposta da fuori, noi siamo ben lieti di prenderla in considerazione, ma solo affinché la nostra squadra resti a Massafra. Se avessimo voluto vendere il nostro titolo sportivo, probabilmente sarebbe stato più semplice. Quando una persona entra in società, dobbiamo conoscere le sue intenzioni, ma lui deve conoscere anche le nostre volontà“.

PROGETTO DI STEFANO: “Quanto ci ha presentato Giovanni Di Stefano è a lungo termine. Abbiamo parlato di fare il prossimo anno un campionato per vincere. Potrebbero esserci tante novità, anche a livello di comunicazione. Il nostro obiettivo è anche quello di coinvolgere tutti gli sportivi e le aziende del territorio, però per fare questo vuole lo stadio“.

PROBLEMA STADIO: “Per fare calcio ci vuole lo stadio. Attualmente giochiamo senza pubblico. Non abbiamo uno stadio, ma solo un terreno di gioco; ci alleniamo a malapena durante la settimana per disputare la gara la domenica. Sono nove anni che faccio il presidente e abbiamo sempre avuto problemi con lo stadio, un discorso che sinceramente ha un po’ stancato. Che senso ha fare calcio senza pubblico? Per la nostra passione continuiamo a farlo, anche se è difficile. Tra mancati incassi e sponsor che, giustamente, non investono senza avere ritorni di immagine, ci ritroviamo a fare calcio in condizioni poco entusiasmanti. Accettiamo, ma non condividiamo le motivazioni del commissario prefettizio che negano l’ingresso dei nostri sostenitori allo stadio. Credo che in tutte le cose, se si vuole, l’ostacolo si può raggirare per trovare soluzioni alternative”.

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