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Le radici di Terra d’Otranto in un arazzo

Nella sala di ricevimento dell’Istituto Marcelline di Lecce è custodito con premura un arazzo inquadrabile molto verosimilmente tra il 1893 e il 1921 che richiama uno stemma corredato della personificazione dell’antica Terra d’Otranto, con coppie di nomi di illustri personaggi in cartiglio ed immagini di stemmi civici e monumenti incastonati in medaglioni ripresi da foto d’epoca. L’arazzo rappresenta se non il più antico documento iconografico della Terra d’Otranto quello più ricco di particolari e testimonia da un punto di vista storico la transizione tra l’antica provincia e quella nuova di Lecce così come emerge dal numero di dettagli paesaggistici, impressi nei medaglioni rispetto alle altre due province di Brindisi e Taranto, quasi a rivendicare un primato di prestigio suffragato dall’acquisizione come suo stemma proprio di quello che era stato della Provincia di Terra d’Otranto ossia le barre d’Aragona in campo d’oro, il delfino e la mezzaluna, adottato, non a caso, nel 1933 dalla Provincia di Lecce. I quattro pali vermigli in campo d’oro rimanderebbero all’arme della Corona d’Aragona che aveva riconquistato Otranto espugnata nel 1480, la mezzaluna, o meglio il crescente, addentato dal delfino, simboleggiava la vittoria sull’Islam ad opera del duca di Calabria. Otranto, dopo i fasti di un glorioso passato, verso la fine del XII secolo iniziò a decadere mentre ascendeva la stella del Principato di Taranto e della Contea di Lecce. Non a caso Lecce con gli Aragonesi, e poi con gli Spagnoli assurse a capitale politica, amministrativa e culturale della Terra d’Otranto, divenendo sotto Carlo V la seconda città del Regno di Napoli.

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