“Lo sguardo fotografico, lo sguardo straniero di chi non è nato in un luogo fornisce sempre nuovi punti di vista, mostra angoli ciechi che nella quotidianità si perdono. Si tratta di punti di vista che spesso stupiscono e “allargano” l’inquadratura di chi un luogo lo vive da sempre, come se i nostri occhi fossero perennemente focalizzati sui dettagli della nostra routine e si perdessero, come si suol dire, la “big picture”, il quadro generale. La fotografia diventa il punto di vista straniero che aiuta a riconnettere gli esseri umani con la sua identità, riallacciando la memoria all’essenza del mare in cui Taranto è immersa e che di Taranto ne detta umori e colori.
Con queste parole, Monica Caradonna, ideatrice di EGO Festival, e Gianvito Fanelli, designer e fondatore di Vita lenta, introducono per la prima volta a Cozza in the City, spin-off di EGO Festival, la residenza d’artista e mostra fotografica che si terrà in via Duomo a Taranto dal 12 maggio al 12 giugno, con un allestimento totalmente outdoor.
Il duo di fotografi Savour, composto dal pugliese Matteo Bellomo e dalla trentina Stefania Zanetti, si è mosso per qualche giorno nella città alla ricerca di sguardi, mani, sorrisi, occhi che raccontano la quotidianità della città, ma anche i suoi lunghi processi di trasformazioni, le tradizioni, la cultura ittica e gastronomica. Il risultato sono sedici foto che raccontano “Il Fattore Umano del Mare”, tema della prima edizione, ma che porteranno nuova bellezza nelle vie della città vecchia, offrendo una prospettiva inedita, e permetteranno al pubblico di “tuffarsi” dentro le pieghe, anche quelle meno visibili, della città.
“L’amministrazione comunale di Taranto, guidata dal sindaco Rinaldo Melucci ha ormai innescato un percorso di transizione ecologica e culturale che passa anche dai grandi eventi che portano Taranto al centro dell’attenzione nazionale e internazionale – ha commentato il vicesindaco Gianni Azzaro a margine dell’inaugurazione della mostra fotografica – e siamo felici di aver dato a un evento di cultura gastronomica quale Cozza in the City un taglio emozionale. Questa mattina la Città Vecchia era invasa da turisti che hanno osservato la mostra con lo stupore della scoperta”.
Savour Duo. Matteo Bellomo (Conversano, 1994) e Stefania Zanetti (Trento, 1993) sono due fotografi con un backgound nel design e nella fotografia di prodotto con base a Milano ma sempre in viaggio. Fondano Savour, un duo attivo nell’ambito dell’enogastronomia e dell’ospitalità in cui lo sguardo sensoriale di Stefania si amalgama a quello plastico di Matteo dando forma alle sensazioni, rendendo tangibili le loro percezioni, componendo narrative da ascoltare. Hanno scattato per Marni, Canali, Etro, Aspesi nella moda, Mutina, CC-Tapis, Cassina nel design ma anche Jacopo Ticchi e Trattoria da Lucio, Matias Perdomo e Contraste, Davide Longoni e Antonio Zaccardi al Pashà.
Il racconto di Savour Duo. “Ci siamo catapultati a Taranto per meno di 48 ore, con gli occhi che non riuscivano a rimanere spalancati per il riflesso del sole sul mare e l’irrequietezza di un bimbo innocente nell’ora libera in gita. Per la prima volta siamo partiti senza ricerche e puntini sulla mappa, cercando di evitare tutto ciò che potesse influenzare la nostra percezione. Abbiamo iniziato la residenza aprendo la finestra sul lungomare di Taranto vecchia e l’abbiamo finita passeggiando tra le sue vie contorte. Nel mezzo, abbiamo accettato ogni vibrazione ci si scaraventasse addosso. Se solitamente attraverso i nostri scatti raccontiamo la sensorialità delle cose nella loro impalpabilità, per la prima volta abbiamo sentito il bisogno di ricercare la lucidità e chi ce lo ha permesso sono stati proprio gli abitanti di Taranto: abbiamo decodificato sentori e metabolizzato impressioni nell’osservare il loro rapporto vero, verace e diretto sia con il mare che con noi. È stato questo che ha reso determinante per la narrazione raccontare gli attori piuttosto che il loro contesto. Le persone che abbiamo incontrato all’apparenza dure come il guscio delle cozze che maneggiano con dimestichezza tra le loro mani sono nella realtà tenere e sapide come il loro frutto. Sono loro, assieme al loro tesoro a fare da filtro tra una città con un’energia più profonda che esala il bisogno di essere nutrita con cura e gusto.”
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