“Sono trascorsi circa tre mesi dall’ultimo incontro al MIMIT, tenutosi nell’immediata vigilia dalla scadenza dei termini per la presentazione del piano concordatario al Tribunale di Napoli.
Ricordiamo che, in tale occasione emerse chiaramente il disinteressamento del gruppo DEMA, nei confronti dei due siti brindisini. La risposta di tutte le organizzazioni sindacali non si fece attendere, sia nello stesso incontro – nel quale tale decisione fu prontamente respinta a gran voce dalle parti sociali – sia in successive iniziative unitarie”. Lo dichiarano, in una nota, Michele Tamburrano, segretario generale Fim Cisl Taranto Brindisi, e Celestino Bruni, operatore territoriale Fim Cisl Taranto Brindisi.
”In questi tre mesi abbiamo sollecitato le istituzioni locali e regionali incontrandole più volte, ma senza riuscire a smuovere la direzione aziendale che, trincerandosi dietro a fantomatiche trattative riservate, continua a dispensare notizie frammentarie – aggiungono -. Non più tardi della metà di aprile le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm, preoccupate dell’incertezza industriale e occupazionale, hanno inoltrato una richiesta di incontro urgentissimo, indirizzata al MIMIT e all’azienda. Ad oggi, però, non si registra ancora alcun riscontro”.
“Si continua a parlare di offerte vincolanti per la DAR e di ulteriori soggetti importanti pronti ad acquistare l’intero gruppo per rilanciarlo, si leggono note stampa a firma del vicepresidente di un’azienda che rende pubblico l’interesse, ma il tutto nasce e muore nello stesso momento, portando rabbia tra le maestranze e nelle loro famiglie sempre più disperate”, continuano Tamburrano e Bruni.
“Non abbiamo abbassato la guardia in questo tempo, continuando a coinvolgere le istituzioni a tutti i livelli, affinché il territorio brindisino non sia derubato ancora una volta della propria professionalità e competenza, in un settore che vede la presenza di grandi gruppi industriali, a testimonianza della consolidata tradizione in campo aeronautico. Un settore, questo, in forte ripresa sebbene ancora condizionato dagli eventi geopolitici nati all’indomani della pandemia.
Il nostro territorio porta ancora ben evidenti le ferite sanguinanti dei licenziamenti intimati ai lavoratori DCM la scorsa settimana e non può permettersi ulteriori sacrifici”, proseguono.
“Chiediamo chiarezza in tempi brevi. Nessun piano che non preveda la centralità dei siti brindisini e il pieno ricollocamento delle maestranze che fanno riferimento a DEMA-DAR-DCM, società legate da un robusto cordone ombelicale, potrà mai trovare l’accoglimento di tutto il sindacato brindisino e dei lavoratori che esso rappresenta. È quantomai necessario fare presto e fare bene”, conclude la nota di Tamburrano e Bruni.
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