Giordano (Ugl Matera), ‘Dei giovani che partono non importa a nessuno’

 “L’Ugl Matera intende rimarcare che non può avvenire un tanto acclamato rilancio della crescita economica del mezzogiorno, facendo a meno delle risorse della Basilicata: una lunghissima carovana di giovani e meno giovani hanno e continuano a lasciare la nostra terra, talenti che portano con loro le proprie capacità, il proprio coraggio, il proprio entusiasmo e anche più prosaicamente i propri soldi. Ed è la triste verità, scendono per le festività, ripartono col ‘pacco da giù’, perché non è stato dato loro la possibilità di rimanere”.

E’ quanto sostiene Pino Giordano, Segretario Provinciale dell’Ugl Matera per il quale, ”i mandanti di questo esodo si conoscono: politici che non hanno saputo trasformare le nostre risorse naturali in opportunità di lavoro, in qualità della vita. Tra le cause maggiori che inducono a lasciare il nostro Paese, la mancanza di lavoro. Non c’è nulla di più triste che vedere pullman colmi di giovani lasciarsi alle spalle le proprie radici che dopo i pranzi di famiglia, lo scambio di regali, le rimpatriate con gli amici, ogni anno di questi periodi, lasciano il caldo abbraccio delle proprie origini per andare incontro al loro futuro”.

”Per l’Ugl – prosegue Giordano – è stagnante la tendenza ormai radicata e destinata ad aumentare nel tempo, che lascia una provincia, piena di possibilità in potenza, priva di qualsiasi valido sostegno cui aggrapparsi per risorgere. Matera e il suo territorio sono vittima di un sud sempre più malato in un’Italia a due velocità: impietosamente riteniamo di poter tratteggiare per il trascorso anno 2023 le fattezze di un territorio ammorbato dalla disoccupazione e dall’emigrazione, diventando sempre più vecchio, più povero e più solo. Dalle fazioni politiche lucane si è aperta la caccia alla ricetta della medicina ideale, ma tra le differenti visioni l’unico punto concorde riguarda la gravità della malattia”.

”Se fuggono le persone migliori, la speranza di un reale cambiamento rimane lontana anni luce. Non slogan o proclami dal senso complicistico del ‘vedremo-faremo-diremo’ specialmente in questo momento a inizio campagna elettorale. Si è assistito finora incessantemente ad un’assenza del loro coinvolgimento sull’economia conseguentemente, il lavoro è risultato limitato. E qui si chiedono progetti e programmi credibili, da verificare periodicamente ma il nodo è proprio questo, monitorare tutto quello che produttivamente si avvia registrando i risultati affinché si producano reddito, lavoro e occupazione. Il lavoro è irraggiungibile o comunque precario anzi, i licenziamenti complessivi sono in crescita”.

”Dignità, qualità e coerenza devono essere le parole chiave per la Basilicata del 2024, l’Ugl Matera è pronta per una nuova stagione da protagonisti con spirito costruttivo: ritiene di avere una chiara interpretazione della realtà, elemento che evidentemente è mancato a chi ha governato un popolo fatto di gente buona ma che è stata volutamente ‘anestetizzata’ per più di un trentennio da una classe politica che è stata capace di metterla sotto scacco attraverso l’assistenzialismo, e tutti quei tipi di politiche capaci di far andare i padri con il cappello in mano dal politico di turno per cercare una raccomandazione per il proprio figlio/a, senza sapere che attraverso quella raccomandazione si rende schiavo un popolo e si tarpano le ali ai lucani che, per non piegarsi a questo sistema, sono obbligati a scappare”.

”Questo è il cambiamento che ci serve, il vecchio sistema è stato quello della terra violentata e dell’emigrazione, della svendita di ciò che era nostro senza che diventasse opportunità se non per pochi. Un cambiamento sarà realmente avvenuto quando nel futuro vedremo sempre più vuoti autobus che partono dopo le feste. Questa è la grande sfida del cambiamento, svuotare gli autobus che i precedenti politici del partito/regione hanno fatto riempire. L’Ugl Matera è pronta con uomini, idee e strutture ed è soprattutto aperta al confronto con una Regione che deve necessariamente ripartire”, conclude Giordano.

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