“Siamo qui a manifestare ancora una volta per invocare tutele sui crediti vantati dalle nostre imprese. Abbiamo portato dei bidoni vuoti per far capire che Taranto potrebbe diventare la città dei due bidoni di Stato: uno nel 2015 e l’altro che si va materializzando nel 2024. Noi ci opponiamo fermamente e per questo abbiamo bloccato le nostre attività ormai da giorni. Voglio essere però fiducioso, penso che il governo si stia impegnando per far sì che questo non avvenga”.
Lo dichiara Fabio Greco, presidente di Aigi, associazione nata da una scissione in Confindustria Taranto a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto ex Ilva (per circa 4mila lavoratori), presente nella mattinata di venerdì 2 febbraio al st-in attuato da decine di imprenditori davanti alla direzione dello stabilimento in occasione dell’avvio dell’ispezione agli impianti da parte dei commissari di Ilva in As.
”Le misure del Governo ancora non soddisfano, ma stiamo interloquendo per apportare le giuste modifiche. Non abbiamo bisogno di prestiti, ma dei nostri soldi. Abbiamo detto più volte che è necessaria la cessione in pro-soluto dei nostri crediti che abbiamo maturato effettuando quei lavori che poi sono stati fatturati. Mi sembra assurdo andare a chiedere un prestito e creare un debito sul nostro credito”, conclude Greco.
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