Gli agricoltori della provincia ionica sollecitano un’azione immediata e concreta delle istituzioni per il recupero della diga del Pappadai, considerata essenziale in un contesto in cui l’89 per cento delle piogge finisce disperso in mare.
La Uila-Uil di Taranto, attraverso il segretario generale Antonio Trenta, esprime un convinto sostegno all’iniziativa sottolineando l’urgenza di passare finalmente dalle parole ai fatti. “È una notizia positiva – commenta Trenta -, soprattutto se si pensa alla quantità di pioggia che oggi non viene trattenuta. Speriamo sia davvero la volta buona”.
La crescente crisi idrica in Puglia è motivo di forte preoccupazione per il comparto agricolo. “Occorre una risposta urgente – aggiunge il sindacalista -, anche alla luce della trascuratezza che ha colpito un’opera di simile portata, rimasta inattiva dopo quasi quarant’anni dalla progettazione”.
Il Pappadai si trova tra Fragagnano e Monteparano, in provincia di Taranto, ed è gestito dal consorzio di bonifica. Si tratta della più grande opera idraulica realizzata in Italia dopo la Seconda guerra mondiale, con un investimento di circa 260 milioni di euro, progettata per raccogliere fino a 20 milioni di metri cubi d’acqua dall’invaso lucano di Montecutugno, destinandola sia all’uso potabile sia all’irrigazione di circa 7mila ettari tra le province di Taranto, Brindisi e Lecce. Attualmente, queste aree dipendono ancora da pozzi e autobotti.
“È fondamentale recuperare la diga”, insiste Trenta, sottolineando come la regione Puglia non possa più permettersi di perdere opportunità per migliorare le proprie reti idriche, modernizzare le infrastrutture e completare le opere incompiute, soprattutto in un’epoca caratterizzata da siccità crescente e con oltre il 57 per cento del territorio a rischio desertificazione.
Il rappresentante sindacale invita le Regioni e i consorzi di bonifica a intensificare la collaborazione nella realizzazione di nuovi invasi che possano garantire approvvigionamenti idrici nel breve e medio termine. “Le istituzioni devono accelerare i tempi nella costruzione delle infrastrutture, per evitare che la produzione agricola crolli a causa della siccità”, conclude Trenta.
L’importanza della risorsa idrica per l’agricoltura, settore trainante per l’economia locale, viene ribadita anche alla luce dei dati forniti recentemente dall’Inps. Nel 2024, sono stati registrati 24.937 lavoratori agricoli a tempo determinato e circa un migliaio a tempo indeterminato, per un totale di 2.746.030 giornate lavorative, con una media pro capite di 110 giorni.
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