Decontribuzione, levata di scudi PD e 5S: ‘Schiaffo al Sud’

Lo stop alla decontribuzione per i lavoratori del Sud fa discutere. Sull’argomento c’è da registrare una levata di scudi del Partito democratico e del Movimento 5 Stelle.  La misura, un esonero contributivo per i lavoratori dipendenti del settore privato del 30% per le aziende con sede nel Meridione, doveva in origine durare fino al 2029. Con l’esonero che doveva scendere al 20% per il 2026 e 2027 e al 10% nel biennio 2028-2029.

“Solo due giorni fa, in occasione del 1° maggio, abbiamo sentito tutti nel centrodestra festeggiare i dati sull’occupazione e dopo sole quarantotto ore lo stesso centrodestra taglia le gambe a chi il lavoro lo crea e lo sostiene ogni giorno. È gravissima la decisione del governo di tagliare circa 3 miliardi sulla decontribuzione del lavoro nelle aziende del Sud fino al 2029. Questo significa non solo bloccare lo sviluppo e la produttività, ma soprattutto mettere a rischio donne e uomini che grazie alla decontribuzione sono stati assunti o hanno mantenuto il posto di lavoro. Sapevamo già che da questo governo non potevamo aspettarci aiuti veri per il Mezzogiorno e per le imprese che ogni giorno cercano di creare valore e sviluppo nel nostro territorio, ma non possiamo restare zitti di fronte a questo ennesimo tradimento. Sono curioso di sentire cosa avranno da dire i politici del centrodestra che in questi giorni saliranno sui palchi delle campagne elettorali, per raccontare di un’Italia che poi il loro governo abbandona nei fatti”. Lo afferma Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, che è anche candidato alle europee per il Pd nella circoscrizione Sud.

”Questo Governo sta schiaffeggiando il Sud. La misura Decontribuzione Sud ha consentito assunzioni tra il 2021 e il 2023 nel Sud, in aree svantaggiate, di circa 3,7 milioni di lavoratrici e lavoratori. Il Sud è già svantaggiato per infrastrutture, servizi e questa misura che il governo ha cancellato adesso è una misura necessaria. Il Governo parla di nuovi finanziamenti che invece non vi sono e la realtà è che tra questa misura cancellata e l’autonomia differenziata metterà in ginocchio il Sud. Ci sono dei ministri del Sud, come Fitto, che mi chiedo come si possano prestare a tutto questo, con quale quale faccia vengono qui a fare campagna elettorale”. Lo ha detto Giuseppe Conte, presidente del M5s, durante i suoi eventi a Lecce.

“Dal 1° luglio decine di migliaia di imprese e più di 3 milioni di lavoratori del Sud non avranno più diritto all’esonero parziale dei contributi previdenziali in vigore dal 2021. Un brutto colpo del Ministro Fitto a tutta l’economia meridionale, l’ennesimo in nemmeno due anni di Governo. La misura ha avuto un enorme impatto in questi tre anni e ha contribuito a creare e stabilizzare l’occupazione al Sud. Questo Governo si appropria indebitamente di questi risultati ma poi cancella lo strumento che li ha prodotti, sostituendola peraltro con misure assolutamente limitate. Insomma, un altro schiaffo al Mezzogiorno, alle sue imprese e ai suoi lavoratori”. Così Marco Lacarra, deputato pugliese del Partito Democratico.

”Quello di Giorgia Meloni è un Governo nemico del Mezzogiorno. Dopo l’Autonomia differenziata, una follia pura, ora l’esecutivo ha deciso di cancellare la Decontribuzione Sud introdotta dal Conte II con la legge di Bilancio 2021. Una misura fondamentale per le imprese, come dimostrano gli studi di Inps, Inapp e Upb ma, anche e soprattutto, la vivavoce degli imprenditori. ‘Negli ultimi due anni abbiamo registrato una crescita dell’occupazione nel Mezzogiorno grazie a questa misura, se il governo vuole creare un danno alle imprese del Sud, decretando la fine della decontribuzione è sulla buona strada’ dice oggi in un’intervista Vincenzo Divella, Ad dell’omonimo pastificio pugliese. Dai numeri dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps si evince che, fra il 2021 e il 2023, Decontribuzione Sud ha riguardato oltre 4 milioni di lavoratori, contribuendo all’assunzione di 3,7 milioni di loro. Si tratta di quegli stessi occupati di cui la Destra si vanta un giorno sì e l’altro pure, prendendosi meriti che non ha. Meloni e il ministro Fitto facciano subito marcia indietro e la smettano di attaccare il Sud”. Così in una nota il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del Comitato Economia, Lavoro e Impresa.

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