Con l’approvazione alla Camera e l’imminente valutazione del Senato, il nuovo DDL Sicurezza promosso dal governo Meloni introduce 38 articoli che rischiano di trasformare manifestazioni, critiche e proteste in reati gravi.
Il provvedimento prevede l’introduzione di 24 nuovi reati e un inasprimento delle pene per quelli esistenti. Questo ha scatenato la reazione del sindacato, che da anni porta avanti le sue lotte nelle piazze, difendendo i diritti dei lavoratori.
Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL Taranto, e Stefano Frontini, segretario organizzativo della UIL Puglia, si dichiarano fermamente contrari al disegno di legge, sottolineando come anche l’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) lo consideri un provvedimento che “può minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto”.
Il sindacato, infatti, ha deciso di mobilitarsi a livello nazionale e locale, coinvolgendo tutte le province, compresa Taranto. La CGIL e la UIL si sono unite per difendere il diritto alla protesta, lanciando un appello a tutti coloro che si sentono minacciati dal DDL Sicurezza.
Secondo D’Arcangelo e Frontini, il provvedimento colpirebbe in particolare i più deboli: lavoratori, cittadini e tutte le organizzazioni che si oppongono politicamente alle decisioni del governo. Una legge pericolosa per il pluralismo e la libertà di pensiero e di manifestazione.
Per protestare contro il DDL Sicurezza, le due sigle sindacali hanno organizzato un sit-in martedì 1° ottobre, dalle 16:00 alle 18:00, davanti alla Prefettura di Taranto. “Condanniamo le manifestazioni violente,” concludono D’Arcangelo e Frontini, “ma rivendichiamo il diritto di esprimere il dissenso senza essere trattati come criminali.”
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