Dopo giorni di silenzio e polemiche, è arrivata la confessione. Carmela Fiorella, 38 anni, ex dirigente delle Risorse Umane di Aeroporti di Puglia e moglie del consigliere regionale del Partito Democratico Filippo Caracciolo, ha ammesso di aver dichiarato il falso per partecipare al concorso pubblico che le aveva garantito un incarico da 80mila euro l’anno.
”Sono stata accecata dall’ambizione”, ha dichiarato ammettendo di non essere laureata in Economia e Management come dichiarato, ma in Scienze delle Amministrazioni. Ha inoltre spiegato di aver conseguito un master in Organizzazione del Personale all’Università Bocconi e di lavorare da anni nel settore delle risorse umane per un’azienda privata.
Fiorella ha assunto “pienamente” la responsabilità dell’accaduto: “Rompo il silenzio per assumermi pubblicamente tutte le responsabilità. Chiedo scusa al presidente, al consiglio d’amministrazione, ai commissari del concorso, ai dipendenti di Aeroporti di Puglia, all’Università di Bari e soprattutto alla mia famiglia”. In particolare, ha voluto scagionare il marito: “Mio marito non sapeva nulla, non era a conoscenza di quanto accaduto e sta pagando un prezzo altissimo per colpe non sue”.
Incarico durato 16 giorni
L’incarico dirigenziale, assegnato a partire dal 1° aprile, è durato appena 16 giorni. L’inchiesta giornalistica del La Gazzetta del Mezzogiorno, che ha evidenziato una serie di incongruenze tra quanto dichiarato e i reali titoli di studio, ha innescato una reazione a catena. Aeroporti di Puglia ha presentato un esposto in Procura e da Bari è arrivata la conferma dell’apertura di un’indagine per falso e truffa.
UniBa: “Tuteleremo la nostra immagine”
Tra gli elementi finiti sotto la lente della magistratura c’è anche la fotocopia della pergamena di laurea allegata alla domanda di partecipazione. Il documento porta la firma dell’allora rettore dell’Università di Bari Antonio Felice Uricchio, sebbene la data della presunta discussione di tesi risalga al settembre 2012, quando il rettore era ancora Corrado Petrocelli. L’Università di Bari ha precisato che, a partire dal 2016, alcune pergamene sono state regolarmente firmate da rettori in carica successivamente al conseguimento del titolo per colmare ritardi pregressi. L’ateneo ha comunque trasmesso tutta la documentazione agli organi competenti, riservandosi eventuali azioni legali “a tutela della propria immagine”.
La posizione di Aeroporti di Puglia
Il presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile, è intervenuto pubblicamente per rassicurare dipendenti e opinione pubblica: “La vostra onestà è la nostra migliore risposta a qualsiasi insinuazione”, ha scritto in un messaggio interno poi pubblicato sui social. “Sento il bisogno, ancor prima che il dovere, di rivolgermi a tutti i dipendenti: il nostro operato è sempre stato improntato alla legalità. Chi esce dal seminato, prima o poi, viene scoperto e non potrà più far parte della nostra comunità”.
Il Pd prende le distanze, il M5S attacca
La vicenda ha inevitabilmente avuto ricadute anche sul piano politico. Il Partito Democratico pugliese, attraverso il segretario regionale Domenico De Santis, ha chiesto che si faccia piena luce sull’accaduto: “Il Pd non può tollerare nessun comportamento che si discosti dalla legalità e dall’etica. Se ci saranno responsabilità, chi ha sbagliato ne pagherà le conseguenze. Stiamo lavorando a un rinnovamento profondo della rappresentanza”.
Dure le parole del Movimento 5 Stelle: “È un messaggio devastante per i giovani pugliesi che credono nel merito e nelle istituzioni – hanno dichiarato il senatore Mario Turco e il deputato Leonardo Donno –. Questa vicenda getta un’ombra sulle aziende pubbliche e sul valore della trasparenza. Serve una svolta etica”.
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