Bosch Bari, 700 esuberi in 5 anni. Insorgono i sindacati

BARI – L’aumentare di auto elettriche in circolazione ha spinto la direzione dello stabilimento di Bari della Bosch a determinare una eccedenza nei prossimi 5 anni di circa 700 esuberi su un organico di 1700 persone.

 

Lo hanno reso noto – in distinti comunicati – i sindacati Uil e Fim Cisl. Secondo il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario generale Fim Cisl Bari Donato Pascazio ci potrebbero “ulteriori eccedenze di circa 500 unità entro il 2035” dichiarano il segretario nazionale Fim Cisl Ferdinando Uliano e il segretario generale Fim Cisl Bari Donato Pascazio. “La situazione è perfino più grave poiché è a rischio la sopravvivenza stessa della fabbrica” aggiungono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Riccardo Falcetta, segretario della Uilm di Bari, i quali chiedono a Bosch di “portare a Bari lavorazioni che oggi sono affidate all’esterno” e “assegnare una missione produttiva adeguata nell’ambito della green economy. La riconversione dì Bari – dice il sindacato – deve essere una priorità nazionale: se la normativa europea vieterà i motori endotermici e se i soldi del Pnrr sono davvero finalizzati alla transizione energetica, allora la priorità assoluta deve essere finanziare la riconversione industriale di grandi fabbriche, come la Bosch di Bari, oggi focalizzate sui motori endotermici”. Anche Film Cisl chiede “alla casa madre Bosch quali risorse economiche è disposta ad investire su Bari per la riconversione produttiva. E’ necessario aprire un confronto in sede ministeriale per Bosch, con la presenza del Ministro dello Sviluppo Economico, dove il Gruppo deve presentare un piano di reindustrializzazione del plant, che consenta di azzerare gli esuberi denunciati evidenziando gli investimenti e le risorse finanziarie necessarie. E’ altrettanto indispensabile che venga riconvocato il tavolo ministeriale per individuare strumenti e risorse per un settore che è investito da un cambiamento strutturale”.

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