Benzina alle stelle, export agroalimentare italiano sotto pressione

L’aumento dei prezzi del carburante grava sull’export agroalimentare Made in Italy, con quasi il 40% dei cibi e delle bevande destinati all’estero trasportati su strada. A lanciare l’allarme è Coldiretti, sulla base di dati Istat, in concomitanza con i recenti rincari del costo di benzina e diesel. Un incremento che pesa su tutta la filiera, nonostante un 2024 da record per le esportazioni agroalimentari, stimate intorno ai 70 miliardi di euro.

Il rincaro rischia di aggravare una situazione già critica: il trasporto di cibi e bevande su strada costa il doppio rispetto alla media degli altri settori e fino a cinque volte rispetto ai trasporti aerei, secondo uno studio del Centro Studi Divulga. In particolare, il trasporto su gomma raggiunge circa 140 euro a tonnellata, contro i 67 euro del ferroviario, penalizzando un settore in cui logistica e rapidità sono essenziali per la deperibilità dei prodotti.

La fragilità infrastrutturale italiana amplifica il problema, generando ritardi che, secondo Coldiretti, costano al settore agroalimentare 9 miliardi di euro l’anno in export perduto, pari al 10% delle perdite complessive del Paese. Per il comparto ortofrutticolo, i costi logistici incidono fino a un terzo del totale.

Per riequilibrare questa situazione, Coldiretti invita a sfruttare le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), puntando su una logistica più intermodale e digitalizzata, che potenzi il trasporto ferroviario e ottimizzi i collegamenti tra diverse modalità. Strategie necessarie per salvaguardare la competitività dell’agroalimentare italiano sui mercati internazionali.

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