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Matteo Mecacci (foto Basket Nardò)

Basket A2/M, Nardò: Mecacci duro, ‘Chi vuole restare deve combattere’

HDL Nardò Basket subisce una delle peggiori sconfitte della stagione, cadendo pesantemente contro Reale Mutua Torino al Pala Asti. La partita non è mai stata in discussione: i padroni di casa, reduci da cinque sconfitte consecutive, si sono ritrovati di fronte un avversario praticamente assente. Dalla palla a due, vinta dai gialloblu, fino al fischio finale, il match è stato un monologo dei piemontesi, facilitato dall’atteggiamento arrendevole degli ospiti.

“Non è stata una partita”, ha dichiarato il coach di Nardò, Matteo Mecacci, al termine della gara. “Per i meriti di Torino, certo, ma soprattutto per demeriti nostri. Non ci siamo presentati, e questo è inammissibile”. L’assenza di Woodson e i problemi di approccio non bastano a giustificare una prestazione definita dallo stesso allenatore “senza dignità”.

Un passo indietro preoccupante

Dopo segnali di ripresa intravisti nella sconfitta contro Cantù, la squadra sembrava pronta a costruire su basi più solide, complice l’arrivo di Giuri e Pagani. Tuttavia, a Torino, il gruppo è apparso spaesato e incapace di reagire. “Abbiamo fatto un gigantesco passo indietro”, ha ammesso Mecacci, sottolineando che i nuovi innesti, nonostante il poco tempo per ambientarsi, sono stati gli unici a mostrare segnali positivi.

Tolleranza zero

Mecacci non risparmia critiche e lancia un messaggio chiaro alla squadra: “Chi vuole stare a Nardò deve combattere, sudare e giocare con dignità. Essere presi in giro da noi stessi è inaccettabile. È arrivato il momento di guardarsi negli occhi e reagire”. Il coach ha ribadito l’importanza di un cambio di mentalità immediato: “Ci sono problemi tecnici e tattici, ma tutto parte dall’atteggiamento. Quello di stasera non è accettabile”.

L’incognita Avellino

Mercoledì sera, il Nardò tornerà in campo contro Avellino in un match cruciale per invertire la rotta. Mecacci avrebbe preferito una settimana di lavoro per rimettere ordine, ma il calendario non concede tregua. “Adesso non ci sono più prigionieri. Mi aspetto una reazione, perché peggio di così non si può fare”, ha concluso l’allenatore, lasciando intendere che la pazienza è ormai esaurita.

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