Nel quadro indiziario esaminato dal giudice d’appello, non emergono prove esterne che assocerebbero specificamente Francesco Lezzi alle accuse mosse nei suoi confronti nell’inchiesta su usura ed estorsioni a Bari e che portò a indagare 76 persone, per le quali è stato chiesto il carcere. Per questo, il Tribunale di Bari ha rigettato l’appello del pm.
La decisione del Tribunale di Bari ribadisce con forza quanto affermato da Nicola Oberdan Laforgia, legale del pugile barese, che sin dall’inizio si era detto certo dell’innocenza del suo assistito. “Riusciremo a dimostrare l’estraneità di Francesco, che da più di 13/14 anni è un pugile professionista, punto di riferimento per tutti i giovani che si stanno affacciando allo sport nobile, sia per coloro che già lo praticano. Francesco allena bambini, lavora ogni giorno in maniera costante, eccellente, professionale ed è estraneo a tutti i fatti a lui presumibilmente contestati. Conoscete l’atleta e l’uomo Lezzi, per questo sono certo sia stato coinvolto nell’indagine per un mero errore”, disse Laforgia ad Antenna Sud.
Nonostante questa spada di Damocle, Francesco Lezzi continua a lottare e allenarsi. La verità sulla sua estraneità ai fatti emergerà solo in seguito, quando verrà emessa una sentenza definitiva.
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