BARI – Erano le 17,59 quando un rumore sordo sconvolse Palermo. Una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo al plastico venne fatta esplodere in via D’Amelio al civico 21, sotto casa della mamma del giudice Paolo Borsellino che – in quella calda domenica di luglio – stava salendo per andarle a fare visita. Trentuno anni dopo Bari commemora quella che fu definita La strage di via D’Amelio, l’attentato di stampo terroristico-mafioso in cui persero la vita il magistrato siciliano e cinque agenti della scorta. Le celebrazioni dapprima sotto la targa toponomastica della strada che porta il nome di Borsellino e Falcone; poi davanti al murale fatto realizzare dalla Uil Puglia sulle mura delle ex casermette, laddove tra un paio d’anni sorgerà il parco della giustizia del capoluogo.
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