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Bari, armi e droga: in carcere quattro del clan Capriati

BARI – Spaccio di droga e porto illegale di armi. Il blitz del 29 settembre scorso a Bari vecchia – quando gli agenti della Mobile coordinati da Filippo Portoghese hanno scoperto in un locale in disuso cocaina, hashish e marijuana oltre a una pistola con colpo in canna – ha portato all’arresto di quattro presunti sodali del clan Capriati. E si tratta di personaggi di rango dell’organizzazione criminale egemone nel borgo antico del capoluogo.

Finiscono in carcere Giuseppe Capriati (figlio di Domenico, ucciso nel 2018 a 49 anni in un agguato in via Archimede a Japigia) e Onofrio Lorusso (28enne cognato di Raffaele lello Capriati, assassinato a Torre a Mare la sera di Pasquetta). Domenico e Lello Capriati sono i figli di Sabino, fratello del capoclan Antonio. Nel blitz degli agenti della Mobile finiscono anche Vito Lucarelli, 21enne, e Michele Schiavone, di 20, entrambi presunti affiliati al clan.

I fatti traggono origine dal sequestro del 29 settembre scorso, in piazzetta dei Marinai, in un locale in disuso quando gli agenti della questura sequestrarono mezzo chilo di cocaina, 700 grammi di hashish e circa 3 chili di marijuana, oltre ad un revolver “Smith & Wesson” cal. 357 magnum. Qui la Scientifica trovò tracce di Capriati, Lucarelli e Lorusso mentre nella cassettina del contatore dove era nascosto del materiale, furono rinvenute le impronte di Schiavone.

La scorsa estate, la zona era salita alla ribalta delle cronache perché capi e sodali dei Capriati sarebbero stati coinvolti in una rinnovata belligeranza tra le famiglie mafiose del capoluogo, sfociata in alcuni episodi di violenza culminati proprio nell’omicidio del primo aprile scorso (giorno di Pasquetta) in cui ha perso la vita Lello Capriati. Nelle prossime ore si terranno gli interrogatori di garanzia davanti al gip Rosa Caramia.

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