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Bari, armi: in carcere i rampolli dei clan Parisi e Palermiti di Japigia

BARI – Le nuove leve, i rampolli dei clan del capoluogo, che si sarebbero presentati in locali e discoteche di bari e provincia ma non solo, armati di tutto punto e con la compiacenza di alcuni buttafuori. Pronti a far scattare la rissa con i gruppi rivali, a mostrare le armi, a mimarne i gesti. Tutto per far rivalere la propria caratura criminale.

Undici episodi quelli contestati dalla procura del capoluogo tutti ricostruiti anche con le testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia, intercettazioni ambientali e telefoniche, fino al fatto più grave, quello del 22 settembre scorso, quando nella discoteca Bahia beach di Molfetta, sulla linea di fuoco si trovò la 19enne Antonella Lopez, uccisa da un colpo di pistola esploso dalla mano di Michele Lavopa che mirava al 20enne Eugenio Palermiti jr.

I carabinieri della compagnia di Molfetta, coordinati dalla Distrettuale Antimafia della procura di Bari, chiudono il cerchio e arrestano lo stesso nipote del capoclan di Japigia, Palermiti, e il suo amico Savino Parisi jr, 29enne, anch’egli nipote dell’omonimo capo del quartiere a sud di Bari con l’accusa di detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Secondo gli investigatori, quella sera al Bahia, Palermiti avrebbe avuto con sé una pistola, prontamente occultata e non ritrovata. Ma non sarebbe l’unico caso: i due sarebbero entrati nel Divinae Follie di Bisceglie qualche mese prima, armati di due pistole con la compiacenza di alcuni buttafuori che, al momento della rissa, li avrebbero fatti scappare da un’uscita secondaria. E poi l’esibizione delle armi e dell’ostentazione della loro spavalderia sui social network e i casi ricostruiti delle risse tra i clan Capriati e Strisciuglio davanti ai locali del capoluogo e della provincia, fino a quella del 29 marzo 2024 che con tutta probabilità potrebbe essere sfociata nell’omicidio di Lello Capriati. A destare preoccupazione negli inquirenti, è la mancanza di denunce.

 

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