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Affitti brevi: crescono richieste per CIN, ma molte regioni in ritardo

Le richieste per l’ottenimento del Codice Identificativo Nazionale (Cin), obbligatorio per tutte le strutture ricettive e immobili destinati a locazioni turistiche brevi, continuano a crescere, ma il processo di attribuzione rimane incompleto in tutte le 20 regioni italiane. Ad oggi, secondo i dati del ministero del Turismo, solo il 51,66% delle strutture ha ottenuto il Cin, con forti disparità regionali. La Basilicata guida la classifica con il 76,53% delle strutture già registrate, mentre il Friuli Venezia Giulia è in fondo con il 27,18%.

A fronte di queste difficoltà, il governo ha deciso di prorogare i termini per l’adeguamento fino a gennaio 2025. “Questa proroga garantirà una transizione più efficace e permetterà alle strutture di conformarsi alle nuove disposizioni senza incorrere in sanzioni”, ha dichiarato la ministra del Turismo Daniela Santanchè. Anche le associazioni di categoria hanno accolto con favore la decisione, pur sottolineando la necessità di accelerare l’elaborazione delle richieste e risolvere le anomalie che ancora si verificano in molte regioni.

Tra le regioni più efficienti, dopo la Basilicata, ci sono Campania (62,41%) e Molise (62,33%), mentre tra quelle più in ritardo si segnalano anche Abruzzo (45,55%) e Liguria (44,15%). Il completamento delle operazioni entro la nuova scadenza è considerato cruciale per garantire la trasparenza e la sicurezza del mercato dell’ospitalità in Italia.

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