In relazione ai picchi di benzene rilevati nell’area industriale di Taranto nelle scorse settimane, al centro di un carteggio tra l’azienda e l’Arpa Puglia che ha chiesto di adottare gli opportuni correttivi di riduzione delle emissioni, Acciaierie d’Italia “conferma di aver fornito ampia e documentata evidenza” all’agenzia regionale di protezione ambientale sul fatto “che l’aumento nei livelli di benzene non sarebbe in alcun modo attribuibile allo stabilimento siderurgico”.
La fabbrica “rispetta in pieno – aggiunge l’azienda – i limiti emissivi anche grazie alla completa attuazione delle prescrizioni relative alle batterie di cokefazione (con un investimento di oltre 120 milioni di euro). AdI ha quindi rilevato come nelle circostanze sarebbe ragionevole valutare e verificare se sussistano altre possibili fonti di incremento della rilevazione del benzene”.
Infine, l’azienda fa sapere di aver “comunque evidenziato che i livelli di concentrazione rilevati nelle centraline in area urbana negli anni 2020, 2021 e 2022 si sono mantenuti ben al di sotto del limite fissato dal D.Lgs. 155/2010”.
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