Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

Vertenza Enel, i sindacati duri: “Basta profitti sulla pelle dei lavoratori”

Oggi a Brindisi, si è svolta la prima Assemblea dei lavoratori di e-distribuzione. Un fitto calendario di incontri con i lavoratori ENEL che vanno verso lo sciopero delle prestazioni straordinarie dal 24 febbraio ’24 al 24 marzo e lo Sciopero Generale per il 4 marzo.

Quella  Enel è una vertenza che impegna i lavoratori di tutte le Società del Gruppo, che a Brindisi si sovrappone alla mobilitazione dei lavoratori della produzione, contro la chiusura senza prospettive della Centrale di Cerano, dichiarano Antonio Frattini Segretario FILCTEM, Ugo Galiano Segretario FLAEI e Carlo Perrucci Segretario UILTEC.

Le nuove determinazioni aziendali, decise dal Board fresco di nomina, sono totalmente focalizzata ed indirizzate solo verso profitti finanziari, un inaccettabile tradimento della vocazione industriale del servizio elettrico.

Non si sciopera per rivendicare aumenti salariali, ma perché fortemente preoccupati delle scelte aziendali, che rischiano di pregiudicare il ruolo di Enel, che deve essere la protagonista nel nostro Paese per la transizione energetica e digitale, l’elettrificazione dei consumi ed i progetti previsti del PNRR che avranno un enorme impatto sui suoi ricavi se sarà capace di cogliere le sfide future tramite gli investimenti sugli asset e sulle persone.

Purtroppo, però, quello che ci viene proposto è solo una mera razionalizzazione degli investimenti e soprattutto dell’occupazione. ENEL, in e-distribuzione, vuole esternalizzare attività elettriche affidandole alle imprese appaltatrici con possibili rischi sulla sicurezza del lavoro, aumentando il rischio di incidenti da elettrocuzione, vuole modificare l’orario del lavoro per le realtà operative senza un adeguato piano di assunzioni, vuole ridurre lo smart working andando a peggiorare i tempi di vita di migliaia di addetti.

Nel Piano industriale, gli investimenti per le fonti rinnovabili passano dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro (in tre anni). Non c’è traccia di investimenti per la Centrale ENEL in dismissione di Cerano, c’è solo un generico impegno per la realizzazione di impianti fotovoltaici e sistemi di batterie per l’accumulo di energia.

Si pretende di vendere prodotti di mobilità elettrica, impianti tecnologici, contratti di luce, gas e fibra telefonica senza un adeguato numero di personale. Tutto ciò mentre in Puglia, ENEL perde le gare per gestire i contratti di circa 5.000 clienti del mercato elettrico di maggior tutela.

L’azienda non ha il coraggio di compiere le scelte necessarie per lo sviluppo del paese. Nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna strategia per affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green. Solo operazioni per quadrare bilanci e produrre utili. Non può essere il mercato a dettare le strategie, Enel vive grazie ad una concessione ed ha costi riconosciuti per le attività regolate. Vive in sostanza grazie alle bollette degli italiani.

About Author