Ex Ilva, ministro Urso contestato: “Taranto non è zona di sacrificio”

“Taranto non accetta compromessi. E non accetta passerelle”. È questo il messaggio lanciato dai rappresentanti di diverse associazioni civiche, tra cui Genitori Tarantini e Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, riuniti in presidio nei pressi della Camera di Commercio di Taranto-Brindisi.

La protesta si è svolta in concomitanza con l’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, alla presenza dei ministri Adolfo Urso e Anna Maria Bernini.

A pochi giorni dall’incendio che ha colpito l’altoforno 1 dell’ex Ilva, gli attivisti hanno denunciato una situazione che, a loro dire, continua a violare sistematicamente il diritto alla salute della popolazione. “Taranto non può più essere zona di sacrificio: non accettiamo decisioni imposte dall’alto”, hanno dichiarato i portavoce.

Durante la manifestazione si sono registrati momenti di tensione, in particolare tra alcuni attivisti e un imprenditore dell’indotto siderurgico. Gli attivisti hanno esposto due striscioni con le scritte “Ilva chiusa e avast” e “Ilva is a killer”, esprimendo in modo diretto il rifiuto della presenza dell’impianto siderurgico.

“Il ministro Urso deve ascoltare la voce dei cittadini. Questa fabbrica non la vogliamo più aperta. Non dobbiamo aspettare una nuova tragedia per decidere di chiudere tutto. È una fabbrica che uccide ogni giorno la nostra vita e l’economia del territorio”, ha affermato Simona Fersini del Comitato Liberi e Pensanti.

Il presidio ha voluto ribadire l’opposizione di una parte consistente della società civile tarantina al mantenimento in funzione dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, sottoposta a sequestro probatorio dopo l’ultimo grave incidente, e attualmente al centro del riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

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