Il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza per Acciaierie d’Italia spa. Un passaggio che consente di fatto di avviare l’amministrazione straordinaria. La dichiarazione dell’insolvenza, allo stesso tempo, dovrebbe far scattare un’inchiesta con l’ipotesi di bancarotta sulla gestione e i conti dell’ex Ilva.
I giudici (collegio presieduto da Laura De Simone) hanno fissato l’udienza per l’accertamento dello stato passivo e le domande dei creditori per il 19 giugno. Nell’udienza di due giorni fa, davanti alla Sezione fallimentare, i legali di Invitalia, socio pubblico di AdI spa, e del Commissario straordinario Giancarlo Quaranta, nominato dal governo, avevano ribadito la richiesta di dichiarazione dello stato di insolvenza per far partire di fatto l’amministrazione straordinaria.
Mentre gli avvocati di Arcelor Mittal, ancora socio privato di maggioranza, avevano chiesto, invece, come contromossa il cosiddetto concordato “in bianco” per tutto il gruppo, che comprende Acciaierie d’Italia spa, AdI Energia srl, AdI Servizi Marittimi srl e AdI Tubiforma srl. Istanze queste ultime respinte.
Intanto, il procuratore aggiunto Laura Pedio, che ha anche preso parte a una delle udienze di martedì, ha aperto un fascicolo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso dell’ex Ilva. Gli accertamenti sono affidati anche al pm Pasquale Addesso. Il fascicolo conoscitivo dovrebbe diventare presto, con la dichiarazione dell’insolvenza e come previsto in questi casi, un’inchiesta con l’ipotesi di reato di bancarotta.
Mef può versare fondi fino a 320 milioni. Con la dichiarazione di insolvenza e l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria, ad Acciaierie d’Italia, ossia all’ex Ilva, potranno essere concessi dal ministero dell’Economia e delle Finanze “uno o più finanziamenti a titolo oneroso” per un massimo di 5 anni fino a un importo di 320 milioni di euro per il 2024. Sono gli effetti sia del provvedimento del Tribunale fallimentare di Milano sia del decreto legge dello scorso 18 gennaio che ha puntato a rafforzare le misure di tutela occupazionale dei lavoratori e della continuità produttiva nelle imprese strategiche come il gruppo siderurgico italiano.
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