Taranto: Violenza in carcere, FP CGIL chiede spiegazioni al DAP

”Avevamo già segnalato la pericolosità di questo detenuto, un ergastolano che non sarebbe dovuto venire a Taranto, in un carcere, ma doveva essere associato a casa di reclusione”. Lo dichiara Mimmo Sardelli, segretario generale della Funzione Pubblica CGIL Taranto, dopo la violenta aggressione subita nella mattinata di giovedì 4 maggio da un poliziotto, al quale un ergastolano ha fratturato la mascella.

“Il detenuto, già protagonista di numerose aggressioni contro il personale di Polizia Penitenziaria, più di un mese fa era stato trasferito dalla Campania al carcere di Taranto, malgrado sia una polveriera”, dice Luca Lionetti, dirigente sindacale FP CGIL Polizia Penitenziaria Taranto.

“Il carcere di Taranto, intitolato a “Carmelo Magli”, poliziotto penitenziario ucciso nel 1994 in un agguato mafioso, è una delle più sovraffollate d’Italia e dovrebbe ospitare 500 detenuti, mentre ora ne contiene circa 800 con un corrispettivo tasso di affollamento del 157%, dichiara Mirko Manna, responsabile nazionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria, che già a febbraio scorso aveva fatto visita al carcere di Taranto.

”Rispetto a gennaio 2022 ci sono 150 detenuti in più, che corrispondono a un incremento di oltre il 23%. Inoltre, sembrerebbe che il trasferimento sia stato motivato per permettere al detenuto di lavorare e aiutarlo nel cammino di recupero alla società civile. Urgono immediate spiegazioni da parte del DAP e del PRAP su questo trasferimento e preannunciamo uno stato di mobilitazione del personale per un altrettanto immediato sfollamento dell’Istituto”.

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